Un cartello con la scritta “Qui si costruisce un Futuro Libero” esposto sulla recinzione dei cantieri edili. Così gli imprenditori che aprono un cantiere a Palermo dichiarano apertamente la propria intenzione di non sottostare alle richieste estorsive della mafia. L’iniziativa, promossa da Libero Futuro, Ance e Confindustria Palermo, Addiopizzo e Fai (Federazione antiracket italiana), è partita ufficialmente stamani nel grande cantiere delle case popolari per gli sfrattati, in via Ammiraglio Rizzo, angolo via Cimbali.
“Da tempo – ha spiegato Enrico Colajanni, presidente di LiberoFuturo – lavoriamo con alcuni imprenditori di questo settore e abbiamo pensato di emulare l’iniziativa già fatta a Napoli. L’idea è quella di mandare un messaggio semplice: ‘non siamo disponbili a pagare’. La speranza è che così gli estorsori stiano lontani”.
Il cartellone con il simbolo della campagna, da oggi, è ben visibile anche nei cantieri delle 26 imprese che hanno già aderito all’iniziativa, sottoscrivendo l’impegno a respingere ogni tipo di richiesta mafiosa e a rispettare la legalità. Da via Notarbartolo all’ospedale Civico, dal centro storico ai paesi della provincia, si tratterà di un segnale di resistenza in uno dei settori più condizionati dal racket.
I cantieri interessati sono sia grandi sia piccoli e riguardano lavori pubblici e privati. Secondo Alessandro Albanese, presidente dell’Asi di Palermo, questa iniziativa “rappresenta un aiuto per le piccole e medie imprese, un baluardo contro la mafia. Esporre il cartellone significa dire ‘No’ al pizzo e non rendersi permeabili alle richieste del racket”.