Il Festino di Palermo è finito con la classica masculiata dei fuochi d’artificio, secondo tradizione. Una folla di trecentocinquantamila persone, la fonte è lo stesso Comune, ha accompagnato la Santuzza da Palazzo dei Normanni ai ‘giochi di fuoco’ del Foro Italico.
Il ‘quattrocento più uno’ cade in una fase non semplice della città, allarmata per il livello di (in)sicurezza, dopo le violenze raccontate dai recenti fatti di cronaca. Il malumore è stato testimoniato dai fischi che hanno accompagnato il sindaco, Roberto Lagalla, impegnato nel tradizionale messaggio augurale: “Viva Palermo e Santa Rosalia!”.
L’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, ha voluto ricordare, nell’omaggio alla Santuzza, Sara Campanella e le altre vittime di femminicidio, con un messaggio toccante.
L’allestimento scenico è sembrato efficace. La festa di popolo è stata vissuta senza disagi per l’ordine pubblico. Appuntamento al quattrocento più due. Chi vuole, potrà rivivere la notte magica del Festino nella nostra diretta, con il video.
(foto di Salvo Gravano)
La nostra diretta
01.00. Con la masculiata di rito, finisce il Festino.
00.13. Iniziano i giochi di fuoco
23.52 Il Festino volge verso la luce. Con i fuochi d’artificio.
23.33. “Viva Palermo e Santa Rosalia”, fischi per il sindaco Lagalla e qualche timido applauso. GUARDA IL VIDEO

23.14. La processione si dirige verso i Quattro Canti. Lì, il sindaco dirà il fatidico: “Viva Palermo e Santa Rosalia!”.
22.27. L’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, celebrando la Santuzza, ricorda Sara Campanella, vittima di femminicidio.

“Oggi vogliamo ricordare una giovane ragazza, amante della libertà, di quella libertà
che non ferisce chi ci sta accanto, che non prevale sull’altro, ma di quella libertà che anzi nasce
proprio dalla consapevolezza dei nostri valori, dei propri talenti, spesi al servizio degli altri.
Sara Campanella, […] così scriveva “Mi amo troppo per stare con chiunque”, il suo motto che
aveva scelto come biglietto da visita, un messaggio di indipendenza e autodeterminazione che
ogni donna libera dovrebbe poter seguire. Sara è cresciuta in una famiglia profondamente
cattolica, educata al rispetto e alla generosità, all’idea che il bene esista ed è più forte del
male”.
“Sara era una giovane donna che come Santa Rosalia credeva nella bontà della natura umana,
piena di valori come il rispetto e la solidarietà verso il prossimo, sempre pronta a dare una
mano a chiunque avesse bisogno”.
“Ricordare Sara significa celebrare la bellezza della sua anima, la forza del suo esempio e la dolcezza della sua presenza che lasciava ovunque andasse. I suoi preziosi ideali di amore e rispetto verso sé stessi e verso gli altri sono un inno alla vita, dono prezioso che ci è stato donato e che deve essere apprezzato. Troppe donne che subiscono abusi e violenza vengono dimenticate col passare dei giorni, quando cala il silenzio su queste tragedie, ma noi non vogliamo che Sara venga dimenticata”.

21.45. Il Carro è partito. Al momento sono stimate 350mila presenze, secondo il Comune.
21.27. Ha inizio lo spettacolo.
21.20. Tanta folla davanti a Palazzo dei Normanni per il Carro trionfale che è stato al centro di qualche gustosa polemica social. A qualcuno, come sempre, è piaciuto, ad altri no.

Il Festino
Il carro trionfale, con la statua della santa, partirà alle 21 da palazzo dei Normanni percorrerà corso Vittorio Emanuele per arrivare sul lungomare dove sarà salutato dal gioco dei fuochi d’artificio.
Quest’anno un carro-teatro si affiancherà al carro trionfale, rappresentando la città in preda al disordine dettato dalla paura della peste. “Su questa moderna nave dei folli – dice il comune di Palermo – si ergerà Simona Malato, voce della città, alla ricerca di qualcosa che restituisca unità e bellezza a ciò che è solo caos e prevaricazione dell’uno sull’altro.
Lo farà affrontando, nelle diverse tappe, un dialogo con le forze primigenie messe in campo dall’epidemia. La morte, impersonata da Vincenzo Pirrotta a Palazzo dei Normanni, e la vita, che è Isabella Ragonese, in Cattedrale. Due dialoghi, quello fra Palermo e la morte, fra Palermo e la vita, che si svilupperanno fra digitale e analogico, fra tradizione e sperimentazione, tra videomapping e arte performativa, dando luogo ad uno spettacolo innovativo e originale quanto popolare e, questo lo sforzo messo in campo dal team creativo, visibile e fruibile da una vasta platea di spettatori. E sarà proprio la vita a indicare in Rosalia la soluzione, il potente simbolo capace di unificare la città, di dare una direzione al cammino di bellezza intrapreso dai suoi cittadini.
Le tappe dei carri saranno: Palazzo dei Normanni, Cattedrale, Palazzo Riso, Quattro Canti, Porta Felice. Prima della partenza, alle 19, l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice, presiederà i solenni vespri pontificali.
La nuova tappa, Palazzo Riso, vuole essere un regalo e una sorpresa per i palermitani, dicono gli organizzatori. Un attore, Vincenzo Ferrera, una musicista, Giulia Tagliavia, e un pittore, Francesco de Grandi, metteranno la loro arte al servizio del Genio di Palermo. I Quattro Canti, con la musica di Serena Ganci e Fabrizio Cammarata, segneranno il trionfo di Santa Rosalia, e con essa dell’arte barocca ed eternamente effimera del Festino.
L’urlo “Viva Palermo e Santa Rosalia” celebrerà il rinnovarsi del patto che lega la città alla sua Santa, dando una nuova forma al carro-teatro e una ritrovata coesione e una direzione ai suoi abitanti. Porta Felice sarà il luogo che celebra l’aspirazione all’eternità del rapporto fra Rosalia e la sua gente, con una performance corale dell’intero cast del Festino con l’aggiunta di Sabrina Petyx. E come tradizione i carri termineranno il loro cammino con l’attraversamento di Porta Felice davanti ai giochi piro-musicali.

