PALERMO – “Alessi, Amato… chi è l’altra? Sabrina… per la Dragotto… queste sono le indicazioni, così è chiaro per te, forse quando io dico le cose non le capiscono. Ok, queste sono le indicazioni, né una in più né una in meno”.
Così parlava il presidente dell’Assemblea regionale siciliana Gaetano Galvagno. Parole che, secondo la Procura della Repubblica di Palermo e i finanzieri che le hanno intercettate, confermerebbero il ruolo decisionale del politico nella divisione dei soldi fra gli indagati per uno dei progetti finiti sotto inchiesta.
Si tratta dell’edizione 2023 (sarebbe stata replicata anche l’anno dopo) di “Un magico Natale” organizzato dalla Fondazione Dragotto di cui Marcella Cannariato era vice presidente. Il progetto fu finanziato con centomila euro dall’assessorato regionale alla Famiglia.
“Negli emendamenti c’era…”
Nel pomeriggio del 14 dicembre 2023 Giuseppe Cinquemani, dello staff di Galvagno, contatta qualcuno che lavora in assessorato. Gli chiede informazioni sull’emissione dei decreti di finanziamento: “Negli emendamenti che sono stati approvati a novembre c’erano un contributo per una fondazione… la Fondazione Dragotto. Ora aspettano il decreto perché loro non si possono muovere se non arriva il decreto”. Risposta: “Ok, domani chiamo il capo di gabinetto”.
“Un emendamento di Gaetano, capiamoci”
Cinquemani insiste perché “è un emendamento (alla legge finanziaria ndr) presentato da Gaetano (Gaetano Galvagno, ndr), capiamoci”. Nello stesso pomeriggio Cinquemani contatta Alessandro Alessi della “Al quadrato srl” a cui la Fondazione Dragotto si affida per l’organizzazione dell’evento: “Domani mattina mi fanno sapere… domani li pressiamo perché è tardi sono troppo lenti si uffici”.
Il decreto di liquidazione dell’assessorato alla Famiglia è datato 22 maggio 2024. Alessi in un’altra conversazione si mostra soddisfatto dei suoi nuovi impegni di lavoro: “Io ancora ero dentro proprio dentro l’Ars sono sempre operativo… fondamentalmente devi schierare il cavallo giusto e io l’ho schierato, mi è andata bene… mi dai un c… di progetto te lo faccio approvare e io mi faccio dare un centello una volta l’anno”.
Il finanziamento fu di 100 mila euro ma, scrivono i pubblici ministeri nell’avviso di conclusione delle indagini, “con l’accordo che quest’ultimo (Alessi ndr) avrebbe restituito almeno 20.000 alla Cannariato e fatto confluire altre somme in favore di Davide Sottile, Marianna Amato e Sabrina De Capitani ai quali consegnava, rispettivamente, 1.830 euro, 12.000 euro in data 08 luglio 2024 e 10.000 euro in data 09 luglio 2024, trattenendo per sé somme pari ad almeno 20 mila euro”.
“La spartizione”
Dietro questa divisione, sostiene l’accusa, ci sarebbe la regia di Galvagno, la cui linea di difesa finora emerge da ciò che ha detto davanti al collegio dei probiviri di Fratelli d’Italia: “Dalle intercettazioni svolte – annotano i finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria – emerge il coinvolgimento del presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, il quale avrebbe dato precise indicazioni a Cannariato Marcella e a De Capitani Sabrina circa la ripartizione delle somme derivanti dall’accredito del contributo pubblico”.
Relazioni e consenso elettorale
Attraverso gli eventi si alimentava la rete di relazioni, necessaria per il consenso in vista delle prossime elezioni. “Tutti vanno da Gaetano, tutti hanno bisogno di qualcosa – diceva la dimissionaria portavoce De Capitani – Gaetano conosce solo la gente più ricca di Sicilia e tutti vanno lì a rompere il c… e lui ovviamente chiede in cambio posti di lavoro”. “… ma tu sai quanti favori che io faccio ma per conto di Gaetano…”, aggiungeva parlando con un amico.

