PALERMO – Una frase sul telefonino “addio ti amo” e un video in cui Gaia Randazzo sembrerebbe turbata. La relazione del consulente della Procura di Palermo confermerebbe la tragica ipotesi del suicidio.
L’esperto, nominato dal procuratore aggiunto Ennio Petrigni, ha analizzato il contenuto del cellulare della ventenne scomparsa l’11 novembre sulla nave Gnv in viaggio da Genova a Palermo. Non ci sarebbero dubbi.
Nella memoria del cellulare ci sono dei video dal contenuto drammatico, accompagnati da scritte in cui la ragazza manifestava le sue intenzioni. E poi c’è la frase “addio, ti amo”. Non si tratta di un messaggio mai inviato perché non c’era campo in alto mare, ma una nota.
Un biglietto di addio. Ed è la prima cosa che gli investigatori hanno letto quando il telefonino e la felpa di Gaia sono stati ritrovati. Ecco perché l’ipotesi del suicidio è stata da sempre quella privilegiata.
La relazione è stata inviata anche ai legali della famiglia Randazzo, gli avvocati Poalo Grillo e Aldo Ruffino, già al corrente dell’esistenza di alcuni particolari, che non si è mai rassegnata all’ipotesi del suicidio. Gaia non aveva dato alcun segno di sofferenza e di disagio che potessero fare pensare ad un simile gesto.