Intimidazione a Bennardo Raimondi, l’artigiano di Palermo vittima dell’usura che, rimasto solo dopo avere denunciato i “cravattari”, vuole vendere un rene per curare il figlio disabile, e al cronista de “La Sicilia” Michele Guccione, addetto stampa di Confindustria Sicilia, che da direttore del settimanale gratuito “nell’attesa…” ha lanciato a marzo il “caso Raimondi”.
Ignoti hanno disegnato davanti alla casa di Raimondi, in via della Mimosa, la sagoma di un cadavere con a fianco quelle di una pistola e di un coltello. Sotto c’e’ la scritta “welcome to Fondo Caruso 41” piu’ una scritta cancellata, e il nome “Michele”.
Sul muro perimetrale della casa sono state disegnate una pistola e una bomba. Del caso si occupa la Squadra Mobile.
A rendere noto il fatto e’ Alfredo Galasso, l’avvocato che ha deciso di assistere gratuitamente Raimondi chiedendo alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo la prosecuzione delle indagini contro gli usurai, per ottenere il riconoscimento di Raimondi quale vittima di usura e il suo accesso ai benefici di legge.
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