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Palermo: la carica dei 773, i big in gara e la strada per la Regione

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19 Maggio 2022, 06:00

4 min di lettura

PALERMO – Concluse le presentazioni delle liste presso gli uffici elettorali dei 119 Comuni che il prossimo 12 giugno andranno al voto, adesso la corsa entra nel vivo. Fra tutti gli Enti locali chiamati al rinnovo, gli occhi sono puntati su Palermo e Messina: città metropolitane da cui passa il destino per le Regionali degli schieramenti politici.

Per il centrosinistra che si presenta unito in entrambe le città il voto sarà un ulteriore grande test sull’alleanza. Il principale obiettivo è fare risultato.

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La partita sembra valere di più per il centrodestra. I voti assumono due valenze diverse. Le elezioni nella capitale siciliana consisteranno in una specie di primarie per pesare gli equilibri che decideranno sul Musumeci bis. A dirlo è stato, infondo, lo stesso leader della Lega Matteo Salvini quando ha detto che del nome del futuro governatore si dovrà parlare dopo il 12 giugno. Il voto a Messina sarà invece rilevante per il dossier Cateno De Luca che potrebbe assumere valore nelle considerazioni sulle sorti del governo dell’Isola.

Tutto, infine influirà sugli umori della coalizione capitanata dall’asse Meloni-Salvini-Berlusconi. Da Palermo, dicono in tanti, può partire la volata per ottenere il governo romano. Il laboratorio Sicilia si conferma come sempre tale, insomma, e mai come adesso il nome del futuro aspirante inquilino di Palazzo d’Orleans fa saltare i nervi nei partiti di destra.

Ecco perchè, nella corsa al Consiglio comunale di Palermo, fr ai 773 candidati a spiccare sono è i Big pronti a correre sia a destra che a sinistra: i partiti devono dare il meglio di loro.

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Fra i primi a dare il via alla sua corsa c’è stato Giuseppe Milazzo, capolista di Fratelli d’Italia. Per lui, mister preferenze alle scorse europee, si tratta di un ritorno alle origini. Accanto a lui ci sono tanti consiglieri uscenti: Francesco Scarpinato, Mimmo Russo, Fabrizio Ferrara, Valentina Caputo, Giuseppina Russa e Claudio Volante. Sullo stesso fronte Forza Italia schiera Giulio Tantillo, che prova l’elezione a Sala delle Lapidi per la quinta insieme ad altri tre consiglieri comunali uscenti: Giovanni Inzerillo, Caterina Meli e Ottavio Zacco. Non scherzano dalle parti della Lega Prima l’Italia dove fra i candidati ci sono i consiglieri uscenti e campioni di preferenze Igor Gelarda, Anello Alessandro, Caronia Maria Anna e Figuccia Sabrina.

Non va diversamente nel Partito democratico dove le candidature riguardano il capogruppo dem all’Ars Giuseppe Lupo, il vicesindaco uscente Fabio Giambrone ma anche l’attuale capogruppo a Sala delle Lapidi, Rosario Arcoleo, il deputato nazionale dei democratici Carmelo Miceli e l’assessore uscente al Patrimonio Toni Sala. Fra gli uscenti che cercano il bis anche esponenti del M5s come Concetta Amella, Antonino Randazzo e Rosalia Lo Monaco.

Lo stesso vale per i renziani andati insieme a Roberto Lagalla: Francesco Bertolino, Dario Chinnici, Carlo Di Pisa e Paolo Caracausi.

Anche a Messina non mancano i big. Non sono esponenti di secondo piano per fare un esempio, gli esponenti del ticket che si candida per l’area progressita: Franco De Domenico e Valentina Zafarana.

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La carica dei candidati consiglieri a Palermo contiene chilometriche liste di nomi ma solo 40 ce la faranno. Fra le novità dell’anno, Quest’anno, da segnalare è la presenza accanto ai politici locali navigati dei giovanissimi, molti dei quali racchiusi nella lista “Rompi il sistema” a supporto di Fabrizio Ferrandelli.

Ultimo fra i temi di quest’avvio di campagna elettorale è infine la polemica sugli assessori che ha colpito il candidato Lagalla. In tanti, conoscendo i nomi della possibile futura giunta, hanno accusato il professore di avere diviso le poltrone sulla base del manuale Cencelli. A differenza di tutti gli altri candidati che hanno presentato nomi di esponenti del mondo dell’imprenditoria e delle professioni, nel caso di Lagalla le scelte sono state tutte politiche tanto da fare filtrare da ambienti vicini al candidato che le nomine dopo le elezioni saranno ispirate a criteri di competenza.

Gli assessori designati

Nel caso di Lagalla ogni assessore, come detto è espressione dei partiti che lo appoggiano. Si tratta di Francesco Cascio, Carolina Varchi, Totò Lentini, Antonello Antinoro, Pippo Fallica e Antonella Tirrito.

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Franco Miceli ha nominato invece dei tecnici. Si tratta di: Federico Butera, Irene Gionfriddo, Marco Picone, Antony Passalacqua, Evelina Santangelo e Ornella Leone.

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Fabrizio Ferrandelli ha confermato le nomine già annunciate: il presidente di Assoimpresa Mario Attinasi, il preside Domenico Di Fatta, il consigliere uscente del gruppo “Io Oso” Ugo Forello, Domenico Michelon (pensato come assessore ai rifiuti), Nadia Spallitta e la docente di Fisica di Unipa Valeria Militello.

Francesca Donato ha nominato Giorgio Armato, Nadia Lo Bosco, Silvano Riggio, Laura Mollica, Fabio Davì e Fabrizio Romeo.

Anche l’ex direttrice del carcere Ucciardone, Rita Barbera, qualora eletta, in giunta nominerà: Vito Pecoraro, dirigente scolastico dell’Istituto Alberghiero Piazza; Mila Spicola, insegnate già componente della segreteria del Pd; Manola Albanese, Roberto Collovà, Tony Pellicane, portavoce del comitato “Lotta per la Casa” e Francesca Schirripa del coordinamento nazionale di “Potere al Popolo”.

I primi assessori designati da Ciro Lomonte sono Carmelo Catalano, Vittoria Di Bella, Gandolfo Dominici, Francesco Di Paola e Alessandro Basile.

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19 Maggio 2022, 06:00

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