PALERMO – La nota ufficiale parla di “ritrovata unità di intenti” ma il clima, a Villa Niscemi, non sembra sia stato dei più sereni. Archiviata la visita del magnate giapponese, il sindaco Roberto Lagalla è subito tornato a occuparsi del rimpasto al comune di Palermo col vertice di maggioranza convocato per sedare le liti tutte interne al centrodestra.
A metà mese i cambi
Dopo oltre due ore, l’ex rettore tira dritto e sposa la linea decisionista: cambio in giunta fra Pietro Alongi e Andrea Mineo fra una decina di giorni e compensazioni rinviate a singoli colloqui con i partiti. Nessun accenno alle deleghe che a questo punto potrebbero restare immutate, con buona pace di Fratelli d’Italia, sebbene l’ultima parola spetti al sindaco. La vera novità semmai sta in una frase della nota finale diramata dal Comune, quando si parla di “eventuali altre sostituzioni che i partiti vorranno rappresentare”. Un passaggio che riguarderebbe la Lega che, in vista della staffetta Alongi-Mineo prevista per metà novembre, potrebbe procedere al cambio in giunta tra Sabrina Figuccia e Alessandro Anello: bocche cucite nel Carroccio siciliano ma ai piani alti confermano che il tema sarà trattato nei prossimi giorni.
No alle compensazioni
Attorno al tavolo si sono ritrovati Annalisa Tardino per la Lega, Dario Chinnici per la lista del sindaco, Forza Italia rappresentata da Domenico Macchiarella, Marcello Caruso e Gianluca Inzerillo, i meloniani Carolina Varchi, Giampiero Cannella e Alessandro Aricò e la nuova Dc con Giorgio Cipolla, Domenico Bonanno e Stefano Cirillo. Ogni partito ha provato a perorare la propria causa, specie sul tema delle compensazioni: gli azzurri non hanno alcuna intenzione di cedere deleghe e avrebbero ribadito, così come la Dc, che le compensazioni dovranno tenere conto delle esigenze di tutti gli alleati. Il che significa, in parole povere, no a caselle e posizioni solo per Fratelli d’Italia.
Il doppio binario
Linea che alla fine sembra avere la meglio: “In atto si procederà alla sostituzione dell’assessore Andrea Mineo – si legge nel comunicato finale -. Eventuali altre esigenze saranno oggetto di successive e dirette interlocuzioni tra il sindaco e le singole forze politiche della coalizione”. Parole che paiono escludere quei ritocchi alle deleghe che Fratelli d’Italia aveva chiesto puntando gli occhi su Patrimonio, Traffico e Polizia municipale, con la prima da togliere proprio agli azzurri. Dal canto loro i meloniani punterebbero ancora sull’accordo di Ognissanti, sebbene l’argomento al vertice non sia stato affrontato.
Alla fine, nonostante la contrarietà di Fdi che avrebbe invece chiesto di procedere contestualmente, si opterà per il doppio binario: subito il cambio in giunta, delle compensazioni si parlerà dopo e singolarmente.