PALERMO – Un mini-aumento dell’Irpef, di appena lo 0,012%, necessario però a garantire il rispetto dell’accordo con lo Stato. Il comune di Palermo sta rispettando l’intesa con Roma e a certificarlo è una nota con cui il ministero dell’Interno ha fatto il punto sul patto per salvare il capoluogo siciliano dal default.
La promozione
Un accordo che Palazzo delle Aquile nel 2023 ha ricontrattato ma che prevede una serie di impegni su cui il Viminale è chiamato a vigilare. A fine gennaio i tecnici della Cosfel, la commissione per la stabilità finanziaria degli enti locali, hanno passato al setaccio gli obiettivi assegnati a Palermo per il 2023 e il risultato è una sostanziale promozione.
Il ritocco dell’Irpef
Bene la riscossione, bene la riduzione delle spese mentre su altre voci serve qualche correttivo: l’addizionale sui diritti di imbarco portuale per esempio va corretta, prevedendo un aumento di 30 centesimi dal 2027 in poi, mentre l’Irpef per il 2025 va ritoccata all’insù di un altro 0.012%. Una cifra assai ridotta che, a conti fatti, vale poco più di 700 mila euro spalmati su tutti i contribuenti, necessari a colmare la differenza per il 2023.
Inezie, all’apparenza, ma necessarie per un formale rispetto del patto per ripianare il disavanzo. E così gli uffici guidati da Maria Mandalà hanno predisposto una delibera che il consiglio comunale dovrà approvare entro febbraio, sempre che Roma non decida di posticipare il termine per l’approvazione dei bilanci. L’obiettivo è ritoccare l’Irpef solo per il 2025, facendo arrivare l’aliquota totale all’1,014%.