Nino Mandalà ha ottenuto la riabilitazione. Si può ormai giuridicamente affermare che è un ex boss. Secondo il Tribunale di Sorveglianza di Palermo, ha cambiato vita tagliando ogni legame con la mafia. Il suo legale, l’avvocato Filippo Gallina, ha depositato come prova anche i libri e le pagine del blog di Mandalà.
Classe 1939, Mandalà nel 2014 finì in carcere per scontare una condanna a 8 anni per mafia. Si costituì nel carcere di Spoleto, in Umbria, dopo che la Cassazione sancì la sua colpevolezza.
Di sicuro è stato un mafioso atipico. Nelle pagine del suo blog non solo si proclamava innocente, ma sposò la battaglia contro il regime carcerario del 41 bis e la “disumanizzazione” che ne consegue. Le indagini lo piazzavano al vertice della cosca di Villabate. Avvocato, mafioso e, in una fase della sua vita, anche politico, con un ruolo nella Forza Italia di fine anni Novanta.
Poi arrivarono i libri. Ne “La vita di un uomo” raccontò il “lungo e difficile percorso spirituale di riscatto e di rinascita”. Non negava gli errori commessi e i compromessi accettati, ma allo stesso tempo non diventava un collaboratore di giustizia.

Una prima volta la domanda di riabilitazione è stata respinta. L’avvocato Gallina ha fatto appello che è stato accolto il 14 gennaio scorso dal Tribunale di Sorveglianza presieduto da Luisa Leone. I giudici scrivono che Nicola Mandalà “ha preso le distanze dal suo passato deviante, esprimendo sentimenti di condanna e disistima dalle logiche mafiose”. In questi anni ha anche fatto volontariato in una onlus.
Le parole scritte nei libri e nel suo blog, e quelle pronunciate in aula “evidenziano inequivocabilmente una ricostruibile definitiva cesura tra la sua attività attuale vita e i suoi gravissimi trascorsi criminali”. Gli restano i debiti per le spese dei giustizia (i costi del processo e della detenzione) ma è stato dimostrato che non ha i soldi per pagarli.
La riabilitazione reintegra il condannato nella capacità giuridica, attraverso l’estinzione delle pene accessorie e degli effetti penali. Niente più interdizione dai pubblici uffici, dall’esercizio di una professione, decade l’incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione e la sospensione dalla possibilità di fare impresa. Mandalà alla soglia degli 86 anni può iniziare una nuova vita.
Poche settimane fa il deputato regionale Ismaele La Vardera aveva criticato la scelta di concedere a Mandalà, lo scorso giugno, la Real Fonderia Oretea del Comune di Palermo per presentare il suo ultimo libro. Cosa che era avvenuta anche nel 2016 per il suo precedente romanzo.

