PALERMO – Una storia di mafia e degrado, di pizzo e punizioni che salta fuori dal passato. A raccontarla il collaboratore di giustizia di Porta Nuova Alessio Puccio. Il suo verbale è confluito in una delle recenti inchieste sul mandamento che ingloba la parte centrale della città di Palermo.
Alcuni protagonisti di allora ricorrono nel presente. Come il capomafia Tommaso Di Giovanni, che da un mese ha finito di scontare la condanna ed è tornato in libertà.
Il “soldato” Puccio ha raccontato di una rapina ai danni di un uomo che “ha la moglie prostituta e c’ha una casa” nel rione Zisa, di fronte la quale “aveva aperto una panineria. Si erano comprati il magazzino, l’hanno sistemato come… diciamo come casa, gli avevano fatto il bagno… e aveva messo questa panineria nella zona”.
Il pizzo era ed è una regola: “Le estorsioni loro le hanno sempre pagate, da quando c’era Tommaso Di Giovanni, perché c’ero presente io, pure quand’ero minorenne… ci andava personalmente Tommaso Di Giovanni e ci ravanu botti î cincucentu (gli davano colpi di cinquecento), seicento… per stare tranquilli. Poi arrestano a Di Giovanni e Lipari ha aumentato il tiro”.
Altro nome noto, quello di Onofrio Lipari, già condannato per mafia e attualmente detenuto e sotto processo per l’omicidio di Giuseppe Di Giacomo. L’imposizione era che “la birra te la devi prendere da Giuseppe Di Giovanni al Capo. E gli avevano messo, se non sbaglio… ma un tassa enorme e si è rifiutato”. Anche Giuseppe Di Giovanni, fratello di Tommaso, considerato uno dei “pilastri” a Porta Nuova, è a piede libero. Sotto processo per mafia, sono scaduti i termini di custodia cautelare.
“Perché posso abbassare saracinesca. Come campo?”, disse il titolare della panineria al quale spiegarono che poteva sempre contare su un’altra fonte di reddito: “C’è tua moglie che fa quello che fa.. mi devi dare i soldi perché le prendi”.
Così sarebbe avvenuto. A sistemare la faccenda “gli hanno mandato a Zappulla Francesco e a Incontrera Giuseppe, e l’hanno preso a pugni in faccia dentro questo negozio. Io ero presente perché mi stavo mangiando in quel momento un panino. E l’hanno massacrato”. Zappulla è stato arrestato lo scorso ottobre, mentre Incontrera è morto ammazzato.
Qualche giorno dopo, ha aggiunto Puccio, sarebbe stato chiamato da Onofrio Lipari: “Gli dovete fare la rapina là dentro perché ha una cassaforte nelle scale… ha un sacco di soldi là dentro entrateci e gli spaccate tutte cose”.
Puccio avrebbe eseguito gli ordini. “Ci siamo entrati io, Giordano Gianluca… Zappulla Francesco e Pispicia Salvatore… e Davide Ingarao l’abbiamo lasciato all’angolo, perché voleva partecipare, ma eravamo già troppi. Ci siamo chiusi lì dentro con la saracinesca, abbiamo bloccato tutti, abbiamo preso questi soldi se non sbaglio, erano 40 o 50.000 euro, non mi ricordo, 43…”. Come ultimo sgarbo al titolare della panineria fu strappata la collana d’oro con il crocifisso che portava al collo.

