La morte di Simona Cinà. Nuovo perito per cercare tracce di droghe

Simona Cinà, un nuovo perito per rilevare tracce di farmaci e droghe

L'inchiesta sulla tragedia nella villa di Bagheria
TERMINI IMERESE
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PALERMO – ll collegio dei periti che deve accertare le cause della morte di Simona Cinà viene integrato con la presenza di un chimico tossicologo.

Tutti concordi – il medico legale Tommaso D’Anna che ha coordinato l’autopsia, la procura di Termini Imerese e i legali che assistono i familiari – sulla necessità di individuare l’eventuale presenza di alcol, farmaci e sostanze stupefacenti, anche sintetiche, nei tessuti prelevati dal corpo della giovane pallavolista.

Il sostituto procuratore di Termini Imerese Raffaele Cammarano ha nominato Vincenzo Nicolì. L’obiettivo è rilevare, scrive il pm nel decreto di nomina firmato, lunedì 11 agosto, “ogni tipo di sostanza avente effetto stupefacente psicotropo, ipnotico e sedativo”.

Ad integrare l’elenco delle sostanze da ricercare sono stati gli avvocati Mario Bellavista (“preferisco non fare dichiarazioni, attendiamo l’esito delle indagini della Procura”, spiega) Gabriele Giambrone, Davide Carnese e Federica Favata che assistono i familiari della ragazza morta nella piscina di una villa di Bagheria in cui si stava festeggiando la laurea di due amici.

Fascicolo aperto per omicidio colposo

L’autopsia ha svelato che Simona Cinà è deceduta per annegamento: c’era acqua nei suoi polmoni. Resta da chiarire se sia finita in piscina e affogata dopo aver avuto un malore per cause naturali o provocate da alcol o droga (assunta volontariamente o che qualcuno potrebbe averle fatto ingerire). Oppure potrebbe essere scivolata e avrebbe perso i sensi sbattendo la testa. Tutte ipotesi, l’unica certezza è che il fascicolo resta aperto per omicidio colposo.

Esame tossicologico ad ampio spettro

La Procura ha accolto l’istanza dei legali estendendo l’esame tossicologico a tutto lo spettro delle droghe sintetiche. Sul corpo non sono stati trovati segni di violenza, soltanto degli ematomi sullo sterno procurati probabilmente dai tentativi degli amici di rianimarla dopo avere recuperato il corpo dalla piscina.

Uno dei legali della famiglia, Gabriele Giambrone, nei giorni scorsi ha avanzato anche l’ipotesi di un incidente, “forse Simona è scivolata vicino la piscina, ha sbattuto la testa e ha perso i sensi: dall’autopsia sarebbe emerso un piccolo segno sotto la nuca”. Un’ipotesi questa che per i medici non sarebbe rilevante, ma che secondo il legale bisogna approfondire.

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