Palermo: risolta la crisi, resta il 'gelo'

Palermo: pace fatta dopo la crisi al Comune. Lagalla può sorridere, ma…

Una giornata intensa. La 'sintonia' ritrovata. Il 'gelo' che resta
LA BUFERA È RIENTRATA
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PALERMO- La fumata bianca arriverà solo dopo il vertice con i segretari regionali di partito, ma la crisi al comune di Palermo sembra avviata a soluzione.

Una soluzione dal sapore democristiano che, in qualche modo, fa contenti tutti. Da un lato Forza Italia incassa il comunicato con cui l’assessore Totò Orlando e il consigliere Dario Chinnici confermano fedeltà a Roberto Lagalla, dall’altra il primo cittadino potrà mantenere intatta la giunta rimandando il rimpasto a fine anno.

La giornata di ieri è stata fitta di telefonate, vertici e interlocuzioni con i pontieri in azione per riportare il sereno fra Palazzo delle Aquile e Palazzo d’Orleans. Un obiettivo non ancora pienamente raggiunto, visto che qualche irrigidimento resta e voci e sussurri, dal palazzo, riferiscono che il ‘gelo’ tra Schifani e Lagalla non sia superato. Ma la tensione pubblica va scemando. Staremo a vedere.

La nota che ha sbloccato

Per sbloccare la situazione è stato necessario un comunicato di Orlando e Chinnici: nessuna abiura, nessuna presa di distanza formale da Davide Faraone, neanche citato, così come non si nomina mai Italia Viva.

I due confermano l’adesione al progetto del sindaco e di essere in maggioranza non perché espressione di “partiti nazionali” ma di una lista civica, cosa già nota, sottolineando la lealtà all’ex rettore e alla coalizione di centrodestra, un po’ come già fatto dagli ex di Azione.

Tanto è bastato ai forzisti per deporre le armi. Il coordinatore regionale Marcello Caruso ha incontrato nel pomeriggio il gruppo consiliare per quasi tre ore, in un vertice che dai partecipanti viene definito sereno. Il sindaco Lagalla ha espresso la sua ‘soddisfazione’.

Il partito di Renato Schifani si è schierato compattamente col governatore, condannando gli attacchi venuti da Italia Viva. Il “punto fermo” rimane l’esclusione formale dei renziani, anche se nessuno dovrà cedere ruoli e poltrone.

La resa dei conti? Rimandata

La crisi potrà dirsi chiusa solo dopo l’incontro chiesto dai segretari regionali di Fi, Fdi, Dc e Lega a cui il sindaco non ha ancora risposto. Un vertice che servirà a rilanciare l’alleanza e magari a discutere del prossimo rimpasto.

Alla fine tutti possono esultare. I forzisti incassano il comunicato di Chinnici e Orlando, rimandando di qualche mese la resa dei conti; Faraone avrà mani libere per fare opposizione e i consiglieri di centrodestra non dovranno fare i conti con un rimpasto che avrebbe impantanato la coalizione e i partiti.

E poi c’è Lagalla che non solo ha evitato l’azzeramento, mantenendo in giunta Orlando (uno degli assessori più apprezzati), ma ha anche dimostrato di non cedere di fronte ai partiti, pur non avendone uno suo, giocando di sponda con Roma. Una prova di forza vinta, almeno per ora.


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