Lo zero a zero di Palermo-Parma è l’epilogo di una serata rosanero che ha lasciato un po’ di amaro in bocca, insieme a qualche sommessamene discreta indicazione. Intanto, per l’infortunio a Francesco Di Mariano. Il fantasista di casa si è accasciato per un problema – una brutta ferita – che andrà rivalutato. Facciamo i migliori auguri a un ragazzo che non si è mai risparmiato.
Poi, ci sono state le tensioni all’inizio della partita, di cui circolano informazioni frammentarie. L’origine risalirebbe alla parte peggiore della rivalità con gli aficionados del Catania: non quella sana, adornata di sfottò e competitività sportiva. Quella patologica che prevede scontri e violenze. Secondo un’agenzia Ansa: ‘Gli ultras rosanero avrebbero tentato di forzare il blocco delle forze dell’ordine per entrare nel settore ospiti dove, insieme ai sostenitori del Parma, vi sarebbero anche alcuni tifosi del Catania’. Sia come sia, quale che fossero il principio e le dimensioni dell’accaduto, è stato un brutto incipit.
C’è, infine, la questione calcistica. D’accordo: un pareggio con la prima in classifica ha un peso specifico maggiore e si intravvedono dei piccoli passi in avanti per solidità e quadratura. Una normalità che rappresenta un miglioramento, rispetto ai rovesci delle ultime esibizioni. Ma siamo distanti dalla fisionomia sicura di una squadra consapevole di se stessa.
Questo Palermo appare ancora aggrappato al suo limite, non sappiamo se più fisico, tecnico o mentale. Così sarà più difficile sognare in grande. L’impressione è che Mignani (in certi non semplici passaggi dialettici, ricorda un Corini con i capelli) dovrà inventarsi qualcosa per ottenere il vero salto di qualità. Sempre che sia possibile, un salto di qualità.