PALERMO – “Le periferie di Palermo sono abbandonate, chissà cosa direbbe Papa Francesco se lo sapesse?”. Padre Antonio Garau parla con voce pacata ma ferma, mentre bambini e ragazzi lo seguono fra i corridoi di Palazzo delle Aquile. Qui il parroco di frontiera, da sempre voce scomoda della città, qualche giorno fa ha incontrato i rappresentanti del consiglio comunale per consegnare loro alcune magliette: “Ridateci Borgo Nuovo – si legge sulle t-shirt bianche – la chiesa, la luce, il verde attrezzato equivalgono a dignità”. Una protesta simbolica che da lunedì 4 giugno, però, si farà anche concreta: in piazza a Borgo Nuovo verrà montata una tenda e tutti i giorni, dalle 16 in poi, a turno, i volontari della parrocchia digiuneranno e dormiranno lì organizzando incontri, spettacoli e dibattiti con i rappresentanti delle altre periferie.
“A Borgo Nuovo ci siamo stancati della situazione che viviamo da tanti anni – spiega padre Antonio, insieme ai suoi collaboratori – abbiamo una chiesa meravigliosa, quella di San Paolo apostolo, che è inagibile dal 2005. Da tre anni c’è un finanziamento di 1,3 milioni, ma la burocrazia blocca tutto: aspettiamo con ansia la gara d’appalto e speriamo che entro tre anni si possa riuscire a rivedere la chiesa aperta”. Oggi le funzioni liturgiche si svolgono in un salone del primo piano che fa anche da teatro, da sala da pranzo e da luogo di festa per una parrocchia che conta 8 mila anime. La canonica è invece adibita a oratorio: tre volte a settimana offre il pranzo a una quarantina di bambini e un luogo in cui poter studiare, grazie al lavoro dei volontari e senza un euro di finanziamenti. Ma il problema del quartiere non è solo la chiesa.
“In piazza manca la luce, lo Iacp ha avviato dei lavori di riqualificazione che però non sono mai stati ultimati: in pratica ci sono i pali per la corrente elettrica, ma non sono mai stati accesi. Sul lato destro della chiesa c’è un’area al buio, dove si appartano le coppiette e avviene lo spaccio, mentre dall’altro lato c’è uno spazio da cui passano i bambini per venire all’oratorio. Siccome lo attraversano i ciclomotori ad alta velocità, qualcuno ha messo per tre volte dei paletti: li hanno divelti dopo appena un’ora. Abbiamo anche un verde meraviglioso, ma non è attrezzato per una diatriba ventennale tra Comune e Iacp”.
Una situazione ormai al limite, a cui però nessuno ha dato risposta. “Un venerdì, al termine del nostro consueto incontro di preghiera, tre fedeli si sono accorti che era stata rubata loro l’auto – dice il parroco – tutti ci hanno dato appoggio morale, sui giornali, ma concretamente nessuno ha fatto niente o si è fatto vedere. Abbiamo portato queste magliette ai consiglieri per dir loro che devono impegnarsi maggiormente, che le periferie devono tornare al centro dell’attenzione. I bambini non hanno spazi in cui poter giocare, chi piange le conseguenze di questa situazione sono proprio loro: in piazza a Borgo Nuovo c’è il vetro per terra, di sera è un luogo pericoloso e per questo chiediamo che diventi un obiettivo sensibile. Servirebbe una costante presenza delle forze dell’ordine”.
Un appello che Padre Antonio lancia anche in vista della visita del Pontefice prevista per il prossimo 15 settembre: “Il Papa è l’uomo delle periferie, sarebbe vergognoso se sapesse come vivono le periferie della città. Sarebbe uno scandalo per chi amministra”.
Per tutto giugno si terrà quindi una protesta animata da canti, preghiere e digiuni: “Saremo insieme, come una famiglia, in un quartiere che vive il dramma dell’abbandono. Ma inviteremo anche le altre parrocchie, le associazioni, le persone impegnate negli altri quartieri, chi ama Palermo e vuole condividere questo momento di denuncia. La questione non è relativa solo a Borgo Nuovo, ma si riferisce a tutte le periferie palermitane. Si parla tanto di lotta alla mafia, ma è nelle periferie che la criminalità trova la manovalanza: la lotta alla mafia non serve a niente, se non parte da qui”.