BAD KLEINKIRCHHEIM (AUSTRIA) – Un altro ritiro concluso, con più ombre che luci, per un Palermo che lascia la Carinzia pieno di dubbi. Il mercato porterà in dote Rajkovic e Aleesami, più altri giocatori ancora da formalizzare, però quel che si è visto sui campi della Sportarena di Bad Kleinkirchheim e di Balmazujvaros in Ungheria non lascia spazio all’ottimismo. È un Palermo da costruire, una squadra che ancora non riesce ad esprimersi nel migliore dei modi e che di motivi per sorridere ne ha pochissimi. Forse, ad essere sinceri, non ne ha proprio. Perché ad oggi l’unico spiraglio di positività è dato dalla certezza di dover fare ancora mercato, una certezza condivisa da tutti e che per lo meno lascia sperare in un Palermo diverso.
I MIGLIORI: Andrea Rispoli e Roberto Vitiello. Loro due, insieme a Sinisa Andelkovic, sono i veri capitani di questa squadra. In attesa che l’incoronazione di Vitiello venga ufficializzata da Ballardini, che ha comunque concesso al centrale campano il privilegio di indossare la fascia in tutte le amichevoli, l’ex Siena si è dimostrato non solo una conferma per solidità e leadership, ma ha anche mostrato delle qualità mai svelate prima in fase di impostazione. Ormai consapevole di perdere Gonzalez, Ballardini ha messo Vitiello al centro della difesa e, senza un regista, è stato proprio lui ad incaricarsi di iniziare il gioco. Il migliore del ritiro, però, è stato senza dubbio Rispoli. Una certezza in difesa, una piacevole scoperta in fase di spinta. Se oltre ai cross arrivano i gol, almeno sulla fascia destra il Palermo è a posto.
IN ATTESA DI CONFERME: Norbert Balogh e Simone Lo Faso. Nessun giudizio per i due attaccanti, che hanno avuto a disposizione solamente due spezzoni di gara (l’ungherese contro l’Asko Mittlern e il palermitano contro l’Al Wehda). Le qualità, però, si sono viste. E per quelle bastano pochi minuti, come quelli in cui abbiamo avuto l’opportunità di ammirarli nel corso del ritiro. Balogh stupisce per la sua capacità di correre palla al piede dall’alto dei suoi centonovantasette centimetri, sorvolando sull’effettiva efficienza nell’uno contro uno per manifesta inferiorità degli avversari. Il diciottenne proveniente dalla Primavera è invece un funambolo con un gran repertorio di finte. Su tutte, il rientro sul destro per cercare il tiro a giro. Contro l’Al Wehda stava per riuscirgli. In campionato potrà riprovarci, si spera.
I BOCCIATI: Josip Posavec e Ivajlo Chochev. Due partite, due errori. Media preoccupante per il portiere croato, che già deve dimostrare di avere una gran personalità per sostituire Stefano Sorrentino, figurarsi se sulle spalle gli si mette addosso la croce delle incertezze che a vent’anni è anche giusto che abbia. Più che una bocciatura è un appello alla tifoseria palermitana: non fategli fare la fine di Ujkani perché le qualità ci sono. Quelle che forse mancano invece al centrocampista bulgaro, per il quale c’è l’attenuante di una girandola di ruoli senza senso. Ultimo di tutti, l’esterno d’attacco. Metterlo in mezzo a spezzare il gioco a centrocampo dovrebbe essere il suo unico compito, senza sminuirlo affatto.