PALERMO – Sono stati celebrati i funerali di Angelo Salamone, 61 anni, l’operaio della Doro Maris morto mercoledì scorso ai Cantieri Navali di Palermo, travolto da una serbatoio di ferro che, insieme a un collega, stava dissaldando.
La funzione è stata celebrata nella chiesa cristiana evangelica “Gesù vive e regna” in via Gabriele Buccola, a Palermo. A portare la bara i colleghi di lavoro dell’operaio visibilmente commossi. Amici, parenti e fedeli si sono stretti attorno alla moglie Laura Di Marco e ai figli Alessandra, Antonio Pietro e Simone. A celebrare il rito il pastore evangelico, Carmelo Di Marco, cognato della vittima.
L’officiante ha detto che “quando Angelo ha perso il lavoro, si è impegnato per trovarne un altro e ha lavorato in una ditta dell’indotto dei Cantieri navali come autista. Era un uomo che non si fermava mai. Di nascosto ha imparato a fare il saldatore ed è stato l’unico della ditta a superare il test”.
Intanto proseguono le indagini. Ieri è stata eseguita l’autopsia. I medici legali avranno 70 giorni per depositare la consulenza. Per la morte dell’operaio sono stati iscritti nel registro degli indagati i responsabili dello stabilimento di Palermo di Fincantieri, il responsabile del servizio di prevenzione dell’azienda e il responsabile dell’azienda in cui lavorava Salamone, oltre all’operaio con cui lavorava il dipendente morto. La famiglia, assistita dall’avvocato Ida Giganti, chiede che si faccia luce su quanto avvenuto.