Il canone di depurazione nella zona di Carini, Capaci e Isola delle Femmine non è dovuto visto il cattivo funzionamento dell’impianto. E’ quanto ha deciso il giudice Andrea Compagno della terza sezione civile del tribunale di Palermo accogliendo un ricorso del condominio di via Domenico Sommariva di Capaci, assistito dall’avvocato Rosario Dolce, contro la curatela del fallimento della società Acque potabili siciliane spa L’avvocato Dolce ha fatto leva sui problemi dell’impianto di depurazione nel territorio di Carini gestito dal consorzio Asi per conto dell’Irsap e così il condominio non dovrà versare oltre dieci mila euro a titolo di canoni per la depurazione inseriti nelle bollette idriche durante il periodo di gestione Aps.
“Alla mancanza ed alla temporanea inattività degli impianti di depurazione – si legge nella sentenza -che giustificano il diritto dell’utente di chiedere ai gestori del servizio idrico integrato la restituzione della quota non dovuta di tariffa, va equiparata l’assoluta insufficienza di detti impianti poiché, alla luce delle sentenze della Corte costituzionale, il pagamento di un servizio di depurazione del quale non si è comunque potuto usufruire per fatto non imputabile è da ritenere, in ogni caso, indebito”.
“In caso di mancata fruizione da parte dell’utente del servizio di depurazione – afferma l’avvocato – è, dunque, irragionevole l’imposizione dell’obbligo del pagamento della quota riferita a detto servizio per mancanza della controprestazione contrattuale. Tra l’altro la questione della depurazione delle acque reflue nel palermitano è balzata agli oneri della recente cronaca giudiziaria con i recenti reportage degli organi di stampa nazionale e per le salatissime procedure di infrazione comunitaria subite dall’Italia”.