Sicilia, depuratori vecchi e inefficienti - LiveSicilia

Depuratori vecchi e inefficienti, il “disastro” della Sicilia

L'atto d'accusa della commissione parlamentare Ecomafie
L'INCHIESTA
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PALERMO – La depurazione delle acque in Sicilia è una chimera. L’indagine portata avanti dalla commissione parlamentare Ecomafie nella scorsa legislatura ha fotografato un quadro disarmante per la Sicilia: soltanto il 61% degli abitanti è servito da impianti di depurazione delle acque reflue. Numeri che nel dettaglio sono ancor più impietosi: il 20% delle 457 realtà censite è inattivo e “meno del 20 per cento degli impianti” dell’Isola “opera attualmente con autorizzazione allo scarico valida”. Quasi il 50% delle strutture esaminate, inoltre, si trova nelle sole province di Messina (149) e Palermo (82). Una situazione pesantissima e per la quale lo Stato aveva predisposto un Commissario unico che aveva impresso una accelerazione ai lavori. L’incarico di Maurizio Giugni e dei suoi vice è scaduto e ora la Sicilia, come altre regioni italiane, fa i conti con il blocco delle opere.

“Caos normativo e mefistofeliche disfunzioni”

Sul campo restano gli elementi acquisiti dalla Commissione nel corso dell’inchiesta territoriale sul sistema idrico integrato in Sicilia e che hanno mostrato “le mefistofeliche disfunzioni del ciclo delle acque”, come si legge nel documento. La relazione parla di “caos normativo, inadempienze e omissioni amministrative che hanno privato i siciliani di servizi efficienti nonostante le salate tariffe pagate”. Un altro dato pesantissimo è quello sugli impianti attivi ma non conformi ai limiti di legge: il 43% di quelli controllati dall’Arpa Sicilia in una serie di verifiche. Emblematiche le parole usate dall’allora presidente della commissione Ecomafie, Stefano Vignaroli: “In Sicilia otto comuni su dieci sono in procedura di infrazione perché non depurano l’acqua dei propri cittadini e delle aziende in maniera corretta”.

“Obiettivi di governance falliti”

Una analisi sul campo da parte della Commissione, con diverse visite in Sicilia, che indica come “la governance multilivello del sistema idrico regionale non abbia funzionato, fallendo miseramente – si legge – gli obiettivi da perseguire”. In alcune realtà, infatti, si sono appurate “inefficienze croniche e radicate, legate alla concreta funzionalità degli enti d’ambito”.


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