PALERMO – Si è svolta questa mattina, lunedì 29 luglio, un presidio sotto la sede della direzione dell’Ast a Palermo, con circa 200 lavoratori. L’iniziativa – dicono i manifestanti – ha lo scopo di difendere l’attuale livello occupazionale e di chiedere all’azienda di garantire un servizio adeguato, senza ridurre i chilometri di percorrenza previsti dalla concessione attuale.
I manifestanti si oppongono ai tagli previsti dal piano industriale inviato al governo il 14 maggio scorso, che prevede una riduzione del 20% delle tratte extraurbane e la cessione di tutte le tratte urbane, rischiando così di compromettere decine, se non centinaia, di posti di lavoro e di favorire i privati a discapito del servizio pubblico. Inoltre, c’è preoccupazione per il silenzio delle organizzazioni sindacali su questa questione.
“Siamo al fianco dei lavoratori e chiediamo chiarezza sul futuro dell’azienda” dice il deputato di Sud chiama Nord Giuseppe Lombardo che sta seguendo la vicenda.
La replica dell’Ast
“Stamattina alcuni lavoratori di Ast, circa 50, hanno indetto una protesta davanti ai locali della direzione generale con l’onorevole Lombardo (Nord chiama Sud) contro il piano industriale – si legge in una nota dell’azienda -. Leggiamo dichiarazioni stampa dello stesso deputato a cui qui replichiamo”.
“Si rappresenta che, circa un mese fa il piano industriale è stato oggetto di discussione sulle principali linee programmatiche in una riunione congiunta presso l’Assemblea regionale con la prima e la quarta Commissione (Bilancio e Territorio ambiente). Riunione alla quale era presente proprio il deputato Lombardo oltre che i vertici dell’Ast e le rappresentanze sindacali. In quella sede sono state esposte, come detto, le linee principali del piano industriale. Piano industriale che Ast non aveva mai avuto nella sua storia”.
“Tra i punti più salienti – continua la nota – si ricorda il mantenimento complessivo dell’attuale livello occupazionale, il passaggio in house che garantisce Ast a non partecipare alle gare, ma di avere un quantitativo chilometrico assegnato dalla Regione”.
“Sul quantitativo chilometrico Ast in atto gestisce 15 milioni di chilometri, con circa 450 mezzi di età media di circa 16 anni di età, sulla quale questa Governance e il Direttore Generale si è ritrovata a ragionare avendo avuto consegnato dalle precedenti gestioni un parco mezzi vetusto e disastrato. E addirittura, anche con mezzi di seconda mano”.
“Ast si è battuta per la definizione del quantitativo chilometrico tenendo conto sia della vetustà dei mezzi che dell’equilibrio economico finanziario della Società. Dopo una serie di interlocuzioni con l’assessorato alle Infrastrutture, si è arrivati ad un accordo che garantisce Ast nel passaggio in house e un chilometraggio di 12 milioni. Quindi una riduzione di circa il 20 per cento sull’intero territorio siciliano, dove il presupposto della scelta di lasciare i chilometri che residuano, cioè circa 3 milioni, è stata basata sulla redditività che la storia ha consegnato alle varie corse che Ast gestisce in Sicilia”.
“Inoltre, nel piano industriale, sono in fase di rilascio i servizi urbani in quanto anti economici per l’azienda e non compatibili con il passaggio in house. In ultimo, per garantire l’efficienza del parco mezzi, oggi difficilmente garantibile, e per tutto quanto detto sopra, è stato previsto, sempre nel piano industriale, la sostituzione dell’intero parco mezzi nell’arco di 5 anni del piano industriale, con l’acquisto in leasing dei mezzi e con l’utilizzo di un contratto full service, che consente all’Azienda di potere garantirsi nei confronti di eventuali guasti e danni subiti dai vari mezzi. Tutto questo, come già detto sopra, è stato ampiamente ribadito in quella riunione in Assemblea regionale”.
“Inoltre, con legge regionale, Ast è stata ricapitalizzata ed è stato previsto il passaggio in house grazie al lavoro svolto da questa Governance che in questi giorni, peraltro, ha adottato il bilancio 2023 con un utile di circa 5 milioni, e un previsionale a giugno 2024 di circa 3,1 milioni”.
“Quindi si smentisce categoricamente quanto dichiarato dal deputato Lombardo, sottolineando che l’operato della Governance e del Direttore Generale di Ast è stato sempre concordato passo dopo passo con il Socio Regione e con i sindacati di categoria che si ringraziano per l’appoggio e la pazienza nell’attesa di una convocazione ufficiale da parte del Governo per la presentazione del piano industriale”.
La controreplica di Lombardo
Lombardo controreplica all’Ast: “Le due versioni del piano non sono mai state trasmesso alle commissioni dell’Ars e non è stato mai al centro di approfondimenti. L’Ast è di fatto ferma, con decine di corse ferme. Chiedo che intervengano i prefetti perché il servizio pubblico essenziale è stato interrotto”.
I sindacati: “Silenzio assordante”
I segretari generali Alessandro Grasso, Dionisio Giordano, Katia Di Cristina e Pippo Scannella, rispettivamente di Filt – Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Ugl Autoferro, in una nota sulla vicenda dell’Ast dicono di ritenere inammissibile “questo assordante silenzio da parte del governo regionale, rispetto ad una vertenza di questa entità, che vede coinvolte oltre 700 famiglie”.
“Peraltro, l’assenza di certezze sulle sorti dell’Azienda Siciliana Trasporti causa destabilizzazione tra i lavoratori. Trascorsa la ‘pausa elettorale’ per le elezioni europee – incalzano i segretari generali – il governo regionale avrebbe dovuto improcastinabilmente, come da noi più volte richiesto, attivare un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali, invece pare vi siano altre priorità rispetto all’esigenza di dare certezza sul futuro a tante famiglie siciliane che vivono nell’incertezza da troppo tempo”.
“Nonostante la recente approvazione della norma “salva-Ast” – aggiungono – che ha avviato la ricapitalizzazione dell’Azienda e la contestuale trasformazione della stessa in “house-providing”, inderogabilmente la stessa dovrà essere accompagnata dall’impalcatura di un Nuovo piano industriale, già predisposto dalla società, ma che la politica e governo regionale, incomprensibilmente, tergiversano a ufficializzare e a portare al confronto con le parti sociali”.
“Purtroppo ritardi di siffatta natura ingenerano sistemi speculativi, anche politiche, che non depongono di certo a rasserenare gli animi di tutti i lavoratori, diretti ed indiretti, dell’Azienda Ast”.
“In quest’ottica – proseguono – assume, tra l’altro, un valore determinante il Bando di affidamento della Regione Sicilia dei servizi di trasporto pubblico extraurbano su autobus, che definiti i quattro bacini di interesse, enuncia contestualmente criteri di partecipazione e relativa calendarizzazione”.
“Per questo, anche per emarginare un quadro di incertezze, che più parti tentano di assaporare, appalesiamo al Governo regionale di riaprire con urgenza il tavolo di “confronto-lavoro” con le organizzazioni sindacali, anche per formalizzare gli asset che dovranno garantire il rispetto delle clausole sociali, del contratto nazionale di lavoro ed in primis la sicurezza dei lavoratori Ast e dell’intero settore del trasporto pubblico”.
De Luca: “Lavoratori spremuti, vertici si dimettano”
“Lavoratori spremuti come limoni e svendita delle tratte più appetibili ai privati. Chiediamo le dimissioni dei vertici dell’Ast”. Così il leader di Sud chiama Nord Cateno De Luca che ha raggiunto i lavoratori dell’Ast in presidio da stamani sotto la sede della direzione generale dell’azienda.
“È inconcepibile – afferma De Luca – che i vertici dell’Ast abbiano mentito sull’esistenza di un piano Industriale, regolarmente approvato dagli organi competenti. Non solo circolano varie versioni del piano Industriale in base al contesto, ma si attacca anche il legittimo operato di un parlamentare, Giuseppe Lombardo, che, in nome e per conto del gruppo parlamentare Sud Chiama Nord, sta denunciando come la lobby privata del trasporto pubblico locale stia cercando di appropriarsi delle ultime tratte redditizie”.
“Era noto a tutti che il governo Schifani – prosegue De Luca – basato sulla privatizzazione degli utili e sulla socializzazione dei costi, avrebbe garantito la prosecuzione di certi sistemi “politico-affaristici”. Tuttavia, assistere alla mortificazione del diritto alla mobilità per i comuni montani e le aree interne, e allo sfruttamento dei lavoratori senza alcuna garanzia per la continuazione delle attività aziendali, evidenzia il disegno “politico criminale” di farci pagare anche l’aria che respiriamo”.
“Siamo vicini anche alle categorie che hanno già pagato il prezzo di questa scellerata politica aziendale, come i meccanici licenziati e mandati a casa da un giorno all’altro. Il gruppo parlamentare di Sud Chiama Nord, oltre a chiedere le dimissioni dei vertici, pretende che venga bloccata la scellerata operazione di svendita a rate dell’Ast e la conseguente consegna ai privati del nostro diritto alla mobilità”.