Lo stupro e la castrazione chimica: l'idea che fa discutere

Lo stupro e la castrazione chimica: l’idea che fa discutere

Le parole del sindaco Lagalla rilanciano il dibattito

PALERMO- Il dibattito sulla castrazione chimica è stato rilanciato dal sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, su Sky Tg 24, mentre sono freschissime le ferite della violenza sessuale del Foro Italico.

“Per i responsabili di violenze sessuali, ritengo che alle estreme situazioni occorre ricorrere con estremi provvedimenti – ha detto il sindaco -. Quello della castrazione chimica, essendo un estremo provvedimento, va collocato in una gerarchia, in una scala graduale di sanzioni e di valutazioni delle pene”. Un punto di partenza della discussione.

“Scegliere la castrazione chimica come soluzione contiene in sé un elemento regressivo e arcaico che, involontariamente, rischia di collocarsi sulla stessa sintonia di un crimine obbrobrioso – dice il professore Daniele La Barbera, psichiatra e docente universitario -. Intendo dire che alla violenza non si può rispondere con la violenza e che ci vuole sempre equilibrio anche davanti a reati che suscitano reazioni profonde. Ci sono già le leggi e le pene necessarie che contemplano, in caso di colpevolezza, la giusta severità”.  

“Piuttosto – continua il professore – c’è una riflessione molto profonda da portare avanti sul cambiamento sociale che abbiamo sotto gli occhi. Esiste un elemento tecnologico, parlo del web, che sta intervenendo in maniera attiva nel provocare una percezione distorta della realtà. Non si comprende bene la natura delle azioni, dei sentimenti, della stessa sofferenza che si infligge, come se il fatto, nella sua dimensione virtuale, possa essere deresponsabilizzato”.

“La castrazione chimica sarebbe una misura sicuramente eccessiva e non è la soluzione, è una questione di rispetto per la persona, per ogni persona – dice la sociologa Giorgia Butera -. Oltretutto, non eliminerebbe il problema e non debellerebbe la violenza. Quello che è successo a Palermo denota, per quanto si legge, l’emulazione di un video porno, la perdita di distinzione fra virtuale e realtà. Sarebbe utile, piuttosto, eliminare la fruizione generalizzata della pornografia”.

“La castrazione chimica è proprio un approccio sbagliato, non è il modo giusto, né umano di affrontare la questione della violenza sessuale – dice Anna Ponente, psicoterapeuta, direttrice del Centro Diaconale della Chiesa Valdese –. La cosa importante sarebbe curare le giovani generazioni, a partire dalla prima infanzia, occupandosi delle figure adulte di riferimento. C’è un percorso lungo da fare dai servizi sul territorio alla comunità”.

“Stiamo vivendo un momento doloroso – continua Ponente – questa dello stupro è una storia che fa molto male. In gruppo, purtroppo, si possono creare delle dinamiche atroci e allora emerge il branco, fermo restando che ognuno ha la responsabilità delle sue azioni. I giovani, il loro stato: ecco l’emergenza di Palermo”.  


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