Palermo, sull’autonomia differenziata il centrodestra evita la rottura

Palermo, sull’autonomia differenziata il centrodestra evita la rottura

Trattativa sull’avanzo di bilancio

PALERMO – Salvi per un soffio. Il centrodestra al comune di Palermo evita l’imbarazzo di una rottura clamorosa sull’autonomia differenziata: tema che riguarda più il Parlamento che un consiglio comunale ma che per giorni è riuscita a tenere in stallo Sala Martorana. Alla fine è stato costretto a intervenire perfino il sindaco Roberto Lagalla e solo un accordo in extremis, con tanto di telefonate ai big regionali, ha evitato la debacle.

Centrodestra a un passo dalla rottura

Cronaca di una giornata ad altissima tensione per la maggioranza, costretta da una mozione presentata con perfida furbizia da Mariangela Di Gangi a incollare i pezzi di un vaso rotto. Già, perché la mozione contro l’autonomia differenziata del leghista Roberto Calderoli aveva raccolto le firme non solo delle minoranze ma anche, a sorpresa, del capogruppo della nuova Dc Domenico Bonanno e di due forzisti di peso, i tamajani Ottavio Zacco e Gianluca Inzerillo. Un po’ per convinzione, un po’ per mettere all’angolo chi quella mozione l’ha osteggiata con ogni mezzo, ossia Fratelli d’Italia. Missione compiuta, se è vero che, come si racconta, i consiglieri abbiano dovuto telefonare ai coordinatori regionali dei partiti per trovare un accordo sulla mozione. Alla fine ha prevalso la linea del dialogo, con gli azzurri che hanno rinunciato al braccio di ferro.

Opposizioni sulle barricate

Il risultato è che le opposizioni hanno preteso di iniziare proprio dalla mozione, nonostante il centrodestra spingesse per approvare invece le ultime tre variazioni di bilancio a cui è agganciato anche l’avanzo che vale 71 milioni di euro. Lagalla ha prima riunito i suoi capigruppo, poi ha incontrato le opposizioni per chiedere di ritirare o ammorbidire l’atto ma senza successo. La seduta è cominciata con cinque ore di ritardo rispetto alla tabella di marcia e la maggioranza, piuttosto che impelagarsi in un pericoloso dibattito, ha bocciato il prelievo.

Mossa che ha mandato le minoranze su tutte le furie: urla, pugni sui banchi, la richiesta di prelevare il regolamento sulla movida. E nuova sospensione. Perché l’obiettivo dell’amministrazione è di trovare, alla fine, un accordo sull’avanzo che comprende i 25 milioni “liberi” e che Lagalla vorrebbe usare per vari investimenti, dal verde alle partecipate.


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