Telefonini, disabili e tanto altro | Ecco i panormosauri al volante - Live Sicilia

Telefonini, disabili e tanto altro | Ecco i panormosauri al volante

foto d'archivio

I telefonini e poi... Ecco le violazioni. La polizia municipale opera come possono. Ma il supercafone resiste

PALERMO – Sapete come sono certi panormosauri al volante, no? Soprattutto un tipo: quello che non rinuncia mai al telefonino e che deve usarlo senza l’auricolare, perché, altrimenti, violerebbe il primo articolo del codice del supercafone.

Storia vecchia, ma con elementi che la peggiorano quotidianamente. Il cosiddetto panormosauro al volante, ora che è Natale, si trova indaffarato in un’attività molteplice: sistema il pacco col regalo, scrive la nota degli acquisti, chiede l’aiuto da casa e… guida. Niente lo distoglierà mai, niente lo separerà mai dal telefonino incollato all’orecchio, né la prudenza, né la buona creanza. I casi son tanti.

C’è quello che, alle sette del mattino, comincia a sbandare con la vettura, fino a fiondarsi sopra un marciapiede in viale dell’Olimpo. Sicché, pensando a un malore, freni, scendi, ti appressi allo sportello e il tale ti osserva con l’aria di qualcuno che è stato disturbato in una seria attività istituzionale, poi ringhia: “E non lo vede che sto parlando al cellulare?”. Ah, scusi, dottò…

C’è quello che, nel curvone della Favorita – se lo chiamano ‘della morte’ un motivo ci sarà – si stringe, si incolla, taglia la strada e fa le corna. Problema: se tali attività le espletava con la sinistra e con la destra reggeva lo smartphone, con quale altra mano provvedeva al cammino?

Sappiamo come sono certi panormosauri al volante. Se glielo fai notare, se solo, timidamente, accosti e mimi un ‘no no’ col ditino alzato, in forma di cauta reprimenda, impazziscono.

E devono inseguire il malcapitato commentatore per dirgliene quattro sulla di lui moglie, sulla di lui mamma e sul di lui cane. Infine, si accorgono della pattuglia della municipale piazzata cento metri più avanti, allora inchiodano, assumendo, al contempo, una ieratica espressione da chierichetti in sacrestia poco prima dell’arrivo del vescovo. E c’è il telefonatore furioso che considera ogni ciclista e ogni pedone in transito alla stregua di un occupante abusivo del suolo pubblico. Perciò, non è soddisfatto se non schiuma rabbia, incrociandoli.

A lottare, con scarni mezzi e pochi uomini, contro la marea dell’inciviltà motorizzata che sale, scendono ogni giorno in campo gli eroici agenti della polizia municipale. Eroici sul serio, perché, da anni, sono il bersaglio delle contumelie di energumeni di ogni risma a cui oppongono, soprattutto, una gandhiana sopportazione.

Dice il comandante, Vincenzo Messina, uno che sta in prima fila con i suoi uomini: “A Palermo, come in ogni famiglia, ci sono i buoni e i monelli”.

Qualche dato, comandante? “Al mese di ottobre del 2019, circa mille multe per l’occupazione delle corsie dei mezzi pubblici, novemila per parcheggi sulle strisce pedonali, quasi le stesse per il posteggio sui marciapiedi, duemila per i telefonini, forse ancora poche rispetto al fenomeno, ma sono in crescita e siamo molto impegnati, mille e cinquecento per l’occupazione degli stalli sui disabili… Devo continuare? Io non mi lamento, cerchiamo di lavorare bene con quello che abbiamo. Personalmente sarei favorevole alla sanzione della sospensione della patente, almeno per le violazioni più gravi”.

Capito? Palermo è una giungla, con uno sparuto drappello di ligi al dovere stradale, e una folla di automobilisti allo stato brado. A questi ultimi tutto si può chiedere: ma non rinunceranno mai al codice del supercafone che li nutre e li anima. Altrimenti, che panormosauri sarebbero.


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