PALERMO – I finanzieri sono andati a perquisire uffici e case. Entra nel vivo l’inchiesta sul Dipartimento di studi europei “Jean Monnet”. Avrebbe rilasciato titoli farlocchi. La Procura di Palermo ha iscritto tre persone nel registro degli indagati per truffa, riciclaggio, auto riciclaggio e reati fiscali. Si tratta del professore Salvatore Messina, rettore del dipartimento, del figlio Dario, e del marsalese Salvatore Culotta.
Gli investigatori del nucleo di polizia economico finanziaria guidati dal colonnello Gianluca Angelini hanno fatto visita nella sede del dipartimento “Jean Monnet” in via XII Gennaio 1G, negli uffici di via Umberto Giordano 67, e a casa dei Messina in via Giuseppe Sciuti.
I finanzieri avevano acceso i fari sui Messina e il loro assetto societario. Residenza in Albania, società a Londra, ma in realtà vivono e operano a Palermo. Poi si sono aggiunti gli articoli del quotidiano “La Repubblica” che ha ricostruito il presunto raggiro, dando voce a tanti studenti. Pagavano migliaia di euro all’anno per una laurea non riconosciuta dal ministero italiano dell’Università.
Il dipartimento bosniaco risultava operare in convenzione con l’ateneo di Gorazde per i corsi in italiano. Culotta è il rappresentante della “Italia è cultura srl”, una delle società che sarebbero state utilizzate da Messina per movimentare il denaro pagato dagli studenti. Si parla di una cifra vicina ai 20 milioni di euro. L’inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto Massimo Palmeri e dal sostituto Vincenzo Amico.
Salvatore Messina è indagato per autoriciclaggio, il figlio Dario per riciclaggio. Culotta è iscritto nel registro degli indagati per trasferimento fraudolento di valori. I finanzieri hanno acquisito convenzioni, iscrizioni, corrispondenza e contratti.