PALERMO – Il sondaggio che infiamma la campagna elettorale di Palermo è da prendere con le pinze. Un pomeriggio rovente per gli attori politici che stanno lavorando sottotraccia o frontalmente alla partita per Palazzo delle Aquile. Un sondaggio Winpoll, pianificato dallo stesso istituito statistico, scatta una fotografia delle intenzioni di voto per le comunali di Palermo destinata a fare discutere.
La nota metodologica
Il primo dato che salta all’occhio riguarda il numero delle interviste realizzate: 650. Sono invece 4185 le persone che si rifiutano di partecipare. Un dato curioso tuttavia pienamente in linea con una tendenza ormai strutturale confermata dagli esperti del settore: da Roma in giù la percentuale di cittadini che partecipa alle rilevazioni è ancora più bassa della già esigua media nazionale (una persona su quattro dal Lazio in su). Un fatto che rende poco significativo il dato restituito dalla parte di campione che ha accettato di rispondere al sondaggio. Al netto della rappresentatività del campione in potenza: più che attendibile e ben ponderato per genere, fasce di età, ed intenzioni di voto alle ultime europee. Con un “margine di errore con intervallo di confidenza al 99%: 3,4%”.
Scenario A: centrodestra, centrosinistra e terzo polo
Fatte queste doverose premesse, possiamo passare ai risultati che emergono dalla rilevazione. Ecco la top five dei candidati preferiti all’interno di una coalizione di centrosinistra “classica” (Pd-M5S e sinistra). Al primo posto si colloca il deputato pentastellato Gianpiero Trizzino con il 25,3%. Seguono l’ex rettore Fabrizio Micari con il 24,4, Fabio Giambrone con il 20,8%, il deputato dem Antonello Cracolici con il 18,8 e l’assessore Giusto Catania (10,7%). La rosa dei nomi sottoposta agli intervistati, va specifico, è chiusa (come confermano da Winpoll). “Chi preferirebbe come candidato sindaco di questa coalizione?”, è stato chiesto con i risultati sopra riportati. Ai quali bisogna aggiungere però il 54% “che non sa” o afferma “nessuno di questi” (pari al 54% ). Stessa storia nel centrodestra: qui non risponde il 31%. E i nomi sottoposti agli intervistati (quattro) si classificano come segue: primo Lagalla (39,4), secondo Cascio (29,%), terzo Miccichè (17,6%), quarta Carolina Varchi (13,1%). E “nel terzo polo?”. Gli intervistati incoronano Fabrizio Ferrandelli (70,4%), segue Davide Faraone (22,3%), terzo Saverio Romano (7,3%). Alto però il numero di persone che non sceglie (43%).
Scenario B: giallorossi, sovranisti e grande centro
I sondaggisti immaginano poi un secondo scenario. “Se invece nel polo di centro si aggiungessero Forza Italia e Udc, lei chi voterebbe tra…”. A spuntarla è con il 39,4% una coalizione sostenuta da Pd, Cinquestelle e sinistra. Sul secondo gradino del podio il tandem Fratelli d’Italia-Lega con il 32,5%. Terza con il 27,7% la compagine Azione/+Europa- IV- Oso- liste di centro – FI- Udc. Una parola racchiude l’esito: ballottaggio. Saliente un altro dato che emerge dal campione: il 28% del totale segna la casella metaforica del “non sa/ non andrebbe sicuramente a votare”. Restando a questa ipotesi neocentrista, i sondaggisti chiedono agli intervistati chi preferirebbero alla guida del terzo polo tra Lagalla, Ferrandelli e Faraone. Il 45% indica l’ex rettore, il 37,3% il leader di +Europa e il 17,7% il senatore renziano.
Scenario C: campo largo vs centrodestra
Infine lo scenario che vedrebbe duellare il centrodestra classico e il cosiddetto campo largo del centrosinistra (giallorossi più Azione, Iv e + Europa). Con il 54,3% dei consensi il centrosinistra allargato vincerebbe le elezioni a Palermo. Lasciando al palo il centrodestra classico fermo al 45%. La percentuale di indecisi e/astensionisti è del 27%. Il candidato ideale alla guida dello schieramento vincente? Ferrandelli con il 29,3% su una rosa di sette nomi (Trizzino, Faraone, Cracolici, Micari, Giambrone e Catania). E con il 37% del campione che non sa o che non gradisce nessuno dei nomi sul piatto. Il sondaggio Winpoll si occupa anche delle intenzioni di voto per le politiche. Questo il podio: Pd (23,3%), M5S (19,7%), Fratelli d’Italia (19,3%). Il 24% del totale, praticamente un quarto degli interpellati, non sa o non andrà a votare.
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