ERICE – Al centro “Ettore Majorana”, dentro una elegante carpetta, sono elencati, in inglese, gli studi sulle 71 emergenze planetarie. Spenti i riflettori dei media che oggi a Erice si sono accesi all’apertura della 46ma sessione dei seminari internazionali, presenti oltre 100 scienziati provenienti da 60 laboratori di 38 nazioni, comincerà la fase dello studio e del confronto approfondito su ogni tema. Ci saranno i gruppi di studio impegnati sui calcoli matematici a proposito di meteorologia, o ancora sulle grandi crisi, energia, acqua, cibo, sui pericoli dei focolai bellici, sulle armi atomiche ancora non distrutte, ed altro ancora. Ma a Erice, a casa dell’ex assessore Nino Zichichi, tornato scienziato a pieno regime, si cerca anche “una sana alleanza tra scienza e politica”.
Zichichi, in fondo, il pallino della politica non l’ha perso. Nonostante la cacciata improvvisa dal governo regionale, con un rapporto con il presidente della Regione Rosario Crocetta che il presidente del centro Ettore Majorana rivendica ancora come forte. E allora, a Erice si cerca appunto “una politica che si dimostri volenterosa nel recepire le indicazioni degli scienziati”. La questione – Zichichi non lo ncasconde – riguarda anche le risorse per le ricerche. “Se i governi continueranno a spendere milioni di dollari per affrontare emergenze inesistenti – dice – domani avremo i posteri che rideranno di noi. L’effetto serra, l’anidride carbonica non sono i nemici dell’umanità, ma senza l’effetto serra e senza l’anidride carbonica non avremmo la vita sulla terra. L’effetto serra serve al motore della meteorologia, è frutto di questo motore, l’anidride carbonica non è veleno”.
Diciamolo: lei l’esperimento dell’alleanza tra scienza e politica lo ha tentato di persona. È stato assessore regionale nella giunta Crocetta, poi però Crocetta le ha revocato l’incarico a marzo. L’esperimento non è riuscito?
“No, si sbaglia. Quando il presidente Crocetta mi chiamò io glielo dissi chiaramente che non avrei fatto politica, ma avrei fatto quello che so fare, cioè progetti. Lui mi disse va bene, facciamo progetti. E io ne ho fatti 12, di progetti”.
Forse li hanno già dimenticati?
“No, non li hanno dimenticati. Io continuo ad essere chiamato da tutte le parti del mondo e mi invitano per parlare del progetto Archimede. Rispondo sempre ‘non chiamate me, invitate il presidente Crocetta’. Archimede è stato il più grande intelletto dell’umanità, ma nessuno lo sa. Pensi che quando vado all’estero molti credono che Archimede non fosse siciliano ma greco. La Sicilia non è terra di mafia, ma la terra di Archimede che ha fatto cose incredibili”.
Quindi un progetto è stato fare conoscere Archimede. E gli altri?
“Il progetto Archimede non è stata poca cosa, prevede di fare conoscere nuovi itinerari culturali, poi ci sono i progetti per portare la scienza nelle scuole, poi c’è il progetto Extreme Energy events che coinvolgerà gli studenti delle scuole ed ancora quello sull’alta cultura per fare conoscere attraverso itinerari i talenti dell’arte, della letteratura, della scienza espressi dal ‘900 siciliano, il progetto della Sicilia nel mondo, sulla rete sismica, sulla meteorologia, sul nucleare, sulla Protonterapia e l’idea qui è stata quella di pianificare all’interno dei laboratori nazionali di Catania studi per la lotta ai tumori attraverso questa terapia. C’è ancora il progetto sui trapianti di organi, su benessere e salute, sfruttando tutto quello che di buono c’è a Palermo nel campo sanitario per una medicina veramente moderna, e infine quello di dare un ruolo strategico alla Sicilia per farla diventare terra di studi sulle emergenze planetarie sfruttando anche l’esperienza del Cern di Ginevra”.
Ecco, appunto, professore Zichichi: durante il suo mandato assessoriale le hanno contestato il fatto di stare più a Ginevra che a Palermo e la revoca dell’incarico da parte del presidente Crocetta arrivò per questa ragione.
“Non è vero nemmeno questo. Nel senso che io al presidente Crocetta avevo detto ‘non vengo a fare il politico ma il tecnico, lo scienziato, vengo a fare progetti e per fare progetti devo stare più a Ginevra che a Palermo, posso fare l’assessore ma non posso venire a Palermo’. Mi disse: ‘Va bene’”.
E invece poi l’uscita di scena.
“Sono stato nel cuore del potere politico ma era previsto che sarei andato via. Dopo 4 mesi e 12 progetti, me ne sono andato. Lui sapeva che avrei lasciato. Ho conosciuto un mondo che non conoscevo”.
E oggi il suo rapporto con la politica com’è?
“Abbiamo bisogno di politici illuminati come il nostro presidente della Repubblica Giorgio Napolitano o ancora come il nostro amico presidente del Senato Piero Grasso, per fare in modo che le 71 emergenze planetarie siano correttamente prese in considerazione. La cancelliera Merkel, ad esempio, è laureata in Fisica. Se avesse detto a un esame di fisica quel che ha detto per difendere le sue scelte sarebbe stata bocciata”.
D’accordo professore, però qui da Erice sono passati tanti politici e ministri: prima Andreotti, poi, ai giorni nostri, esponenti come La Russa e Cancellieri. Hanno preso tanti impegni per fare alleare scienza e politica ma oggi ne continuate a parlare. Significa che questa alleanza non c’è?
“Vedrà, le cose cambiano. Il cambiamento è già cominciato”.