Partecipate, consulenze e incarichi | La stretta del comune di Palermo - Live Sicilia

Partecipate, consulenze e incarichi | La stretta del comune di Palermo

Palazzo delle Aquile dice basta ad affidamenti diretti e impone procedure pubbliche.

LA NOTA DEGLI UFFICI
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PALERMO – Stretta sulle consulenze e sugli incarichi esterni, stop agli affidamenti diretti, obbligo di procedure pubbliche e comparative. Tempi duri per le aziende partecipate del Comune di Palermo che, in questi mesi, hanno ricevuto direttive durissime da parte degli uffici di Palazzo delle Aquile.

La prima nota è del primo giugno scorso, la seconda del 3 agosto: due documenti ufficiali, firmati dal dirigente Sergio Maneri, che mettono paletti molto severi alle manovre delle ex municipalizzate. L’obiettivo è quello di ridurre al massimo le spese, specie in un momento in cui, con i disallineamenti da ripianare, bisogna comprimere i costi. Rap e Amat sono le aziende con le maggiori difficoltà, ma tutte devono fare i conti con le difficoltà di cassa.

In realtà già dal 2013 il consiglio comunale, su input della Corte dei Conti, ha sancito alcuni divieti per le aziende di piazza Pretoria: nessuna assunzione, nessun avanzamento di carriera, niente incarichi esterni, riduzione del 30% dello straordinario, risparmiare con Consip e non monetizzare le ferie non godute. Un regime lacrime e sangue che lo stesso consiglio, il primo gennaio 2016, ha in parte modificato dando via libera alla nomina dei direttori generali e consentendo la mobilità tra aziende, guardando agli ex Gesip.

Ma questo alla magistratura contabile non è bastato, così nel febbraio scorso Sala delle Lapidi ha provato a correre nuovamente ai ripari: niente aumenti, nemmeno ai dirigenti, divieto per i dirigenti di avere consulenze esterne, spesa per studi, missioni e consulenze tagliata del 50% rispetto al 2015, niente sponsorizzazioni. Una serie di prescrizioni che gli uffici comunali hanno ribadito nella nota del primo giugno, specificando che la stretta è in vigore già a partire da quest’anno.

Tutto a posto, quindi? No, perché il 3 agosto l’ufficio Partecipate ha ritenuto di dover ribadire il concetto “anche in considerazione – si legge nella nota – delle ripetute segnalazioni relative all’affidamento di incarichi che appaiono extra ordinem”. Il che, tradotto in soldoni, significa che si può ricorrere a consulenti o incarichi esterni solo se strettamente necessario, con compensi parametrati in base a listini di ordini professionali e associazioni di categoria, con liquidazioni a fine incarico e in seguito a procedure comparative, cioè con un avviso pubblico.

Ma non è finita qui. Le aziende devono rendere pubbliche le nomine, non possono rinnovare i contratti e devono darsi una regolata anche con le consulenze legali con una normativa ad hoc, un programma annuale e un budget che indichi una spesa massima per i 12 mesi. Le partecipate, inoltre, non potranno nominare direttamente gli avvocati, ma dovranno sempre passare da procedure comparative anche se ci fossero motivi di urgenza.

E in effetti, spulciando i dati pubblicati dalle società, emergono numerosi incarichi di consulenza non soltanto legali. Amap, per esempio, ha assegnato un incarico fiduciario da 13 mila euro per il supporto alla gestione dei canali social, 20 mila euro in affidamento diretto per il responsabile della protezione dei dati e numerosi incarichi ad avvocati. Sispi ha assegnato 20 mila euro per l’assistenza fiscale, ma l’anno scorso ha anche pagato a un legale una parcella da 72 mila euro; dal 2013 a oggi, gli incarichi sono stati dati tutti in affidamento diretto. Anche in Rap non mancano consulenze legali e tecniche, così come in Reset.

“Le direttive del settore partecipate costituiscono un fatto importante sulla strada del controllo analogo – dice Ugo Forello, capogruppo del M5s – Peccato che dalle audizioni dei presidenti di Amat, Rap e Amg siano ancora emerse delle evidenti divergenze di prospettive ed azioni con l’amministrazione attiva. Per questo il M5s ha chiesto in Prima commissione l’audizione del dirigente del settore partecipate, al fine di sapere se da giugno ad oggi siano state adottate delle misure concrete per applicare gli intenti e i principi delle direttive”.

“Il consiglio comunale si era già espresso con delle misure correttive per rispondere alle richieste della Corte dei Conti – dice Tony Sala di Palermo 2022 – Servirà un confronto con le aziende. Se è vero è che Amat e Rap sono in difficoltà, è anche vero che le società devono essere adeguate alle piante organiche per garantire i servizi: si potrebbe pensare a jn ufficio legale al servizio di tutte le aziende”.

“Le indicazioni date dagli uffici sono condivisibili – dice Dario Chinnici, capogruppo del Pd – Le aziende devono attenersi ai principi di una sana Pubblica amministrazione, ma al contempo bisogna verificare quali sono le reali esigenze e le motivazioni che spingono a rivolgersi all’esterno. Chiederemo che se ne discuta in consiglio comunale, consci del fatto che se le partecipate funzionano al meglio ne trae beneficio l’intera città”.


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