“Pogliese l’anti-Micciché? Pensavo di meritare di meglio”. Gianfranco Micciché sceglie l’arma dell’ironia per rispondere alle critiche lanciate dal sindaco di Catania nell’intervista pubblicata ieri da LiveSicilia. “Critiche che non capisco, piene di livore nei miei confronti. Ma un consiglio, anzi due voglio darglieli lo stesso: eviti le liti tra istituzioni e accetti la sconfitta, come feci io con lui”.
Perché, presidente Miccichè, come fece lei?
“Quando Pogliese mi battè alle elezioni europee, io lo chiamai per congratularmi con lui. Erano parole vere, sentite, sincere. Gli dissi che era un fuoriclasse”.
Perché invece adesso dice che Pogliese ha perso? In che senso ha perso?
“Ha perso alle ultime Europee perché ha perso la sua linea. E Forza Italia ha ottenuto un grande risultato a Catania nonostante lui si fosse tirato fuori. Questa per lui è una sconfitta, lo capisco”.
In realtà la ‘goccia che ha fatto traboccare il vaso’, per usare le stesse parole del sindaco, sarebbe stata la scelta di non candidare Giovanni La Via, proprio alle Europee.
“Trovo davvero incredibile che si racconti ancora questa storia. L’assenza del candidato catanese, come le dicevo, non si è sentita affatto. La lista in Sicilia ha ottenuto il 17 per cento, il doppio della media nazionale, di che parliamo ancora?”
In realtà Pogliese afferma che il risultato di Forza Italia è dovuto principalmente all’apporto di Saverio Romano e dei partiti centristi.
“Per me l’importanza della presenza di Romano in lista era più politica che in termini di consenso. Era il segno di una volontà di allargare ai moderati. Però le faccio notare una cosa: se avessimo candidato La Via, Forza Italia non avrebbe avuto, escluso Berlusconi, nessun candidato uomo in lista. Non sarebbe stato giusto”.
Così lei ha insistito su Giuseppe Milazzo che ha ottenuto un bel successo.
“Appunto. Milazzo è arrivato secondo dopo Berlusconi. Forse non è piaciuto nemmeno questo”.
L’origine di questo “strappo” però sarebbe altrove. Cioè nel suo atteggiamento nei confronti del Comune di Catania. Il sindaco in questo è stato molto duro: ha detto anche che ha dichiarato inammissibile un emendamento che avrebbe aiutato la città.
“Ma per piacere… io non ho mai avuto nulla contro Catania. E vorrei ricordare a Pogliese che vivo in una maggioranza Catania-centrica, e che il presidente della Regione è catanese, così come quattro importanti assessori della sua giunta. Da palermitano, io sono contro Catania solo nel calcio. Questo mi verrà consentito, spero”.
A proposito di quell’emendamento però?
“Quando io presiedo la seduta, ho attorno a me funzionari, dirigenti, il segretario generale dell’Ars che mi segnalano se gli emendamenti sono o meno inammissibili. È possibile che in quell’occasione sia avvenuto questo”.
Insomma, Pogliese non avrebbe nessun motivo per criticarla, per attaccarla…
“… nessun motivo reale. Magari ha un po’ di livore nei miei confronti. Un livore dalle radici più o meno antiche”.
Vale a dire?
“Forse il fatto che lui provenga da una esperienza politica diversa (l’Msi e Alleanza nazionale, ndr) non gli ha consentito di sentirsi a suo agio in un partito come il Pdl prima e Forza Italia poi. Ma non solo questo: magari aspirava a essere lui il coordinatore del partito in Sicilia. E invece sono io”.
O magari la radice di queste critiche è politica: da un lato Pogliese afferma di guardare a Lega o Fratelli d’Italia, dall’altra contesta diverse sue scelte: dalla linea sull’immigrazione alla possibile apertura al Pd.
“Io non so se il suo atteggiamento è dettato dal fatto che vuole avvicinarsi alla Lega, e quindi attacca me per dare un segnale a un altro partito. Se fosse così, sarebbe ridicolo. Ma andiamo con ordine. Lei lo sa cos’è questa storia dell’allargamento al Pd?”
Cos’è?
“Una minchiata”
Beh, se ne è parlato a lungo. Anche esponenti del centrosinistra l’hanno presa molto sul serio.
“Guardi, chiariamola questa cosa. Tutto nasce a Gela, dove abbiamo deciso di non appoggiare il candidato della Lega, visto che non piaceva a moltissimi dei nostri. Ho deciso quindi di avviare un ragionamento con Lillo Speziale, persona perbene e in passato vice presidente dell’Ars quando io ero il presidente. E abbiamo deciso”.
Se è per questo, c’è anche il suo ringraziamento palese a Sicilia Futura, per l’aiuto e l’appoggio in occasione delle Europee. Loro non erano renziani?
“A dire il vero, alcuni di loro sono stati eletti con Grande Sud, il mio movimento alle elezioni del 2012. L’errore quindi lo fecero allora, quando lasciarono il centrodestra e si fecero sedurre dal centrosinistra. Ma adesso sono solo tornati a casa. Anche Luisa Lantieri, ad esempio, fu eletta la prima volta con Grande Sud. E vorrei precisare che non c’è nulla di opaco: parlo con loro alla luce del sole. E questa discussione farà del bene anche al governo in carica”.
Il tema dell’immigrazione, invece? Pogliese afferma che lei ha, di fatto, smentito la linea del partito.
“Peccato che su questo tema le linee del partito siano… due. E oggi, non a caso, sono rappresentante dai due coordinatori Toti e Carfagna. Quest’ultima, sul tema dei migranti è esattamente in linea con noi. E noi diciamo una cosa molto semplice: la violenza nei confronti di gente che sta male non può essere accettata”.
Insomma, tutte critiche infondate, secondo lei. E immagino la pensi diversamente anche sul futuro di Forza Italia. Il sindaco è convinto che sia iniziato il fuggi fuggi e che il partito si scioglierà come una candela.
“Intanto mi faccia fare gli scongiuri (ride, ndr). Poi, mi faccia dire che da qui non è fuggito nessuno, se non Genovese, un addio ampiamente annunciato e di cui abbiamo parlato spesso. Semmai, altri si avvicinano al centrodestra, come si è detto prima, perché credono alla nostra linea. Se permette, quindi, mi faccia dare un consiglio a Pogliese. Anzi due”.
Andiamo col primo.
“Pensi a Catania, a governare Catania. Nessuno ce l’ha con quella città, tanto meno dalle parti dell’Ars. Non fa bene a nessuno una ‘lite’ tra istituzioni”.
L’altro consiglio?
“Attaccare un avversario quando si perde, non porta bene. Pogliese prenda esempio da me e dai complimenti che gli feci quando mi battè”.
C’è altro?
“Sì, un’ultima cosa. Visto che contro di me ha detto tante cose velenose, me ne faccia dire una soltanto”.
Prego.
“Dice che vuole fare l’anti-Micciché? Credevo di meritare di meglio”.