Pasquetta allo stadio| Nuovo Palermo dei 'picciotti' - Live Sicilia

Pasquetta allo stadio| Nuovo Palermo dei ‘picciotti’

In campo contro il Padova con un sogno. Sempre lo stesso sogno.

Stasera ci saremo, nonostante le libagioni di Pasqua e Pasquetta che renderanno più difficile inerpicarsi sui gradoni del ‘Barbera’. Ci saremo, nonostante i presagi di questo brutto vento che ci confonde insieme a un tempo grigio che è la nostra criptonite: essendo noi innamorati del sole, anche se non sappiamo volare. Ci saremo, perché il mister ha chiamato a raccolta: “I ragazzi ci stanno mettendo l’anima”. Ed è vero.

C’è ardimento nel Palermo che, stasera alle 21 affronta il Padova per sperare nelle serie A, la nostra Coppa dei Campioni (non ci abitueremo mai a chiamarla Champios). Qualche piede buono, molta generosità e soprattutto un incrollabile spirito di gruppo: ecco l’amalgama che il grande Massimino – secondo leggenda metropolitana – non riuscì mai a comprare.

Il Palermo contemporaneo per generosità – seppure contesti, uomini e vicende restino irriducibili – rammenta un po’ l’epopea dei picciotti di Arcoleo. Quelli lottavano contro squadroni più forti, questi combattono in un clima che ha rischiato di schiacciarli. Entrambe sono esperienze di coraggio.

Non è stato facile, infatti, giocare un campionato senza il pallone, nascosto dalle vicende economiche, dalle chiacchiere e da mille disavventure prima di un epilogo che auspichiamo felice. E chi si sarebbe trovato a suo agio con un popolo di tifosi caloroso, ma distratto necessariamente da pesanti questioni societarie che hanno messo in dubbio perfino la sopravvivenza di un sogno? Alla fine, per fortuna, il richiamo primitivo e felice dello stadio rimane l’unico valore, il solo elemento di vicinanza con l’oggetto di una passione. Ecco perché ci saremo, in un frangente importantissimo, perché non esiste Palermo senza il Palermo: si tratta di una verità di cultura, di fede sportiva, di identità e di legami che non può essere dimenticata.

Al tifoso rosanero basta pochissimo per innamorarsi. Le vittorie aiutano, certo, ma è più importante scorgere impegno, il famoso sudore sotto la maglia che questi bravi ragazzi conoscono e praticano come il segno di un’appartenenza.

Stasera, dunque, ci saremo per noi e per loro, in fondo è la stessa cosa. Jorge Valdano, grande giocatore argentino e poeta nascosto, ha scritto: “Vorrei che coloro che mi hanno insegnato a sognare sapessero che io continuo a farlo. E che non ho intenzione di smettere”. Vale anche per noi.

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