PALERMO – “La nostra azienda non ha mai ricevuto richieste estorsive o minacce. Siamo pronti a farci ascoltare dai magistrati. Anzi, auspichiamo che ciò avvenga al più presto”. Ad affidare questo messaggio al suo legale è Salvatore Cappello, titolare delle omonime pasticcerie di via Colonna Rotta e via Nicolò Garzilli.
Nel blitz di ieri che ha portato in carcere 25 presunti affiliati ai clan di Resuttana e San Lorenzo è emerso che il titolare sarebbe stato minacciato quando decise di aprire il nuovo punto vendita di via Garzilli. Nelle intercettazioni si fa riferimento a una richiesta avanzata da affiliati della famiglia mafiosa di Palermo Centro in quanto erano gli stessi che si erano occupati della “messa a posto” per l’esercizio commerciale di via Colonna Rotta rientrante nella loro zona.
Sergio Macaluso, uno degli arrestati, raccontava di avere incaricato, dopo il rifiuto del gestore del bar di sottomettersi al pizzo, alcuni soggetti dello Zen per mettere alle strette l’imprenditore. Poi, però lo stesso Macaluso diceva di essere stato avvicinato da una persona, la quale lo aveva invitato a non andare più in pasticceria.
Ora la smentita. Mai una richiesta di pizzo, né un avvicinamento, dice il titolare che ha incaricato l’avvocato Debora Speciale di chiedere un incontro con i pubblici ministeri.
Un altro degli episodi di estorsione contestato dai pm avrebbe avuto come vittima Enzo Gammicchia, noto rivenditore di pneumatici. Il suo legale, l’avvocato Massimo Motisi, smentisce l’episodio. “Il mio assistito non ha mai pagato il pizzo e ha prontamente denunciato il danneggiamento incendiario subito nella sua attività di viale Strasburgo”.
