PATERNÒ- Anthony Distefano scende in campo. Di oggi l’annuncio ufficiale della candidatura a sindaco per le elezioni amministrative 2017 della città di Paternò. Il giornalista di LiveSicilia ha ufficializzato questa mattina la sua candidatura nel corso di una conferenza stampa svoltasi a Paternò in una sala del quartiere Scala vecchia. Zona simbolo (ma non meno di altre) di una città segnata dai problemi, dalla crisi e dall’inerzia politica ed economica.
“Paternò rialzati” il suo progetto, illustrato ai tantissimi amici e sostenitori che per l’occasione hanno affollato la vecchia sala giochi, inizia così. “Si parte da un territorio disagiato – ha detto – Si parte da qua con tante persone, amici, ci siamo impegnati per il futuro di questa città. Oggi, insieme a tutti voi, lancio la mia disponibilità a fare il primo cittadino. Non lo faccio per me, per vanità – sottolinea – ma perché credo che ci meritiamo qualcosa di diverso dal sopravvivere, come stiamo facendo in questi anni”.
Non gira intorno ai problemi, nessuna demagogia. Distefano delinea un quadro nitido, raccontando una città nella quale si fa sempre più fatica ad andare avanti. “Dobbiamo tornare a vivere. Ho scelto questo quartiere – ha continuato – perché è il simbolo della lotta alla sopravvivenza innescatasi, così come importanti sono anche il centro storico o il quartiere Ardizzone”. Scende in campo con una lista civica e ne spiega il perché: “Vorrei – ha detto – che si creasse una classe politica che faccia da cameriera a questa città, considerando questo come un mestiere nobile. Vorrei che ognuno di noi diventasse giornalista, come me: apriamo il palazzo alla città, facciamo vedere cosa succede. Nulla deve rimanere segreto del disastro che si sta concretizzandosi. In una città al limite della depressione il nostro compito è quello di creare entusiasmo”.
E usa il linguaggio della pragmatismo parlando dritto al cuore dei suoi concittadini, dicendo le cose come stanno senza finzioni, perché forte è il desiderio di far rinascere Paternò. Chiaro il primo obiettivo: stop alle logiche del clientelarismo. “Questa città – ha detto ancora – può rialzarsi solo se tutti insieme prendiamo consapevolezza una volta per tutte che non andremo avanti con la politica del favore e del favoritismo. Il diritto al centro dell’azione. Basta per parenti, amici, amanti. Oggi si deve instaurare un clima di meritocrazia. Sarà tutto scritto”. E sottoscrive una promessa: “Il nostro è un impegno pubblico che prendiamo con i cittadini di Paternò. Se non di rispetterà in tre anni la parola data, e anche io sarò stato, dunque, solo un parolaio. Si va a casa. Perché noi ci teniamo alla nostra faccia”.
Insomma, una candidatura, per Paternò, nuova nel suo genere, che rompe gli schemi discostandosi da “quell’andazzo” che negli ultimi vent’anni l’ha caratterizzata. Un territorio, secondo Distefano, che non ha mai voluto scommettere fino in fondo su stessa. “Appartengo – ha aggiunto – a una generazione alla quale è sempre stato detto che la politica non è cosa per noi. E non mi si dica che sono una novità. Non sono ‘etichettabile’. Mescoleremo nuovo ed esperienza, ma sceglieremo noi però tra chi ha fatto politica. E sono – ha precisato -fiero del fatto che nessuno può imporci nulla”.
E auspica un nuovo corso. “La città va rappacificata. Paternò è divisa. Va unita. Il tempo dei veleni deve finire. Per noi è come un comandamento. Basta veleno: dobbiamo rimettere al centro la politica e non chi invece denigra a tutti i costi. Sto lavorando con tutti quelli che hanno voglia di creare un blocco coeso e perbene, che abbiano idee e la voglia di rilanciare questa città. Non ci si deve piangere addosso. Riprendiamoci tutto quello che ci hanno tolto”.
E poi elenca i cinque grandi obiettivi del suo progetto per la città di Paternò. “Riforma macchina burocratica del Comune, ormai divenuta un elefante. A partire da qualche taglio nelle poltrone: tredici capi area è qualcosa di impensabile. Cinque – ha sottolineato- sono più che sufficienti. Il personale del Comune rappresenta una risorse importanti, ma bisogna dare gli strumenti per farli lavorare”. E parla di raccolta differenziata. “Anche qui non ci possiamo permettere il lusso di rimanere a percentuali così basse. Comuni vicino a noi stanno facendo grandi passi avanti, il servizio è migliorato, ci sono sgravi e maggior decoro. Sicuramente anche i paternesi hanno le loro colpe, serve la buona volontà di tutti”.
E poi c’è il nodo dello sviluppo economico, urbanistica e viabilità. “Sono tre aspetti legati fra loro. Noi posti di lavoro non ne possiamo dare – ha avvertito – Chi fa questa promessa, sta chiudendo la pietra tombale sulle cose che non si possono fare un questa città. Ma si possono però creare i presupposti per invitare a investire di nuovo a Paternò”.
E sulle soluzioni da individuare relativamente al finanziamento della spesa pubblica afferma: “Non è vero che non entrano fondi nelle casse del Comune. Bisogna capire come questi vengono utilizzati. A quanti finanziamenti europei, per esempio, abbiamo tentato di attingere? E quali progetti seri abbiamo proposto per ottenerli? Ebbene, a tutte queste domande vanno date delle risposte”.
Un appello a chi, deluso e scoraggiato, è andato via. “Chi vuole andare, aspetti un attimo prima di chiudere la valigia, aspetti un attimo. Bisogna semplicemente agire per la città. Basta slogan, basta frasi fatte. Basta la politica del social. Occorre tornare in strada, tra la gente. A prendere decisioni. Non serve raccogliere like. Usciamo dall’equivoco” – ha esortato.
Distefano evoca il grande sogno infranto della città che non è riuscita a rilanciarsi. “Oggi noi ci caratterizziamo per cosa? Siamo stati arance, call center e adesso?” E tornando agli obiettivi: “Ci sono le associazioni di volontariato, parrocchie e sport. Oggi la spina dorsale di questa città sono queste cose. Sento con le mie orecchie che sono loro i punti di riferimento. Se davvero la situazione e questa, allora occorre aiutare questi soggetti per fare rete”. E non ultimo, il randagismo e sicurezza nelle scuole. Tutte priorità”.
La chiusa del candidato sindaco, Anthony Distefano. “Da questo momento siamo in campo. Vogliamo fare capire che il nostro e un progetto genuino. Credo che ci siano le buone idee e buone persone che possano mettersi al servizio di questa città. Non vogliamo rappresentare nè pupi ne pupari. Ma un’amministrazione del dovere e a servizio della città”.