PALERMO – “Sono avvilito e terribilmente arrabbiato. Oggi abbiamo avuto la conferma che il ministro dell’Agricoltura Patuanelli si è consegnato alle lobby del nord ed andrà avanti con il vergognoso tentativo di sottrazione ai nostri danni dei fondi Po-Feasr per gli anni 2021 e 2022”. Lo dice in una nota il presidente della commissione dell’Ars per l’esame delle Attività dell’Unione Europea Giuseppe Compagnone (Mna), a margine della seduta congiunta con la commissione attività produttive tenutasi questa mattina, in presenza del ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli e dell’assessore all’Agricoltura Toni Scilla, per la proposta di rimodulazione dei fondi Po-Feasr proposta dal Ministero.
“Con un autentico raggiro, in spregio di quanto previsto dai regolamenti europei, si vogliono togliere dalle disponibilità delle regioni del Sud circa 400 milioni di euro, 120 milioni solo alla Sicilia, per consegnarli surrettiziamente nelle mani delle grandi imprese del Nord – aggiunge Compagnone – Voglio precisare che si tratta di risorse che sono ontologicamente destinate al Sud. Deviarle verso i territori più sviluppati determinerebbe un notevolissimo aumento del divario tra i territori agricoli e rurali. Esattamente il contrario di quello che chiede l’Europa”. “E’ paradossale – osserva Compagnone – come ha giustamente fatto notare l’assessore Scilla, che quando la Sicilia chiede qualche piccolo intervento correttivo per spendere meglio i fondi Europei viene posto l’invalicabile muro dei regolamenti che, al contrario, quanto si tratta di avvantaggiare le lobby del Nord, diventano carta straccia”. “Di fronte a questo spregiudicato furto – denuncia Compagnone – non posso che rimarcare la necessità di un forte movimento a vocazione regionale. La Sicilia è sistematicamente sotto attacco politico, su ogni fronte, dal Recovery Plan ai furti perpetrati in danno ai nostri agricoltori”, conclude.
Sulla vicenda è intervenuto anche il Movimento cinque stelle. “Siamo preoccupati per le parole espresse dal ministro per l’agricoltura Patuanelli in merito al taglio di fondi PSR per il Sud e la Sicilia. In un momento di crisi economica, un taglio di fondi al comparto agricolo della nostra regione sarebbe il colpo di grazia. Patuanelli lasci invariata almeno la dotazione finanziaria almeno per tutta la durata della programmazione in corso nel rispetto dei vigenti regolamenti comunitari. Si mantengano invariati i criteri di riparto del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Fondo FEASR) per gli anni 2021 e 2022”. A dichiararlo sono i deputati regionali del Movimento 5 Stelle Valentina Zafarana, Luigi Sunseri, Jose Marano, Nuccio di Paola e Ketty Damante a margine dell’audizione del ministro per le politiche Agricole. “Che ci siano delle Regioni del settentrione che vogliono cambiare i criteri di riparto del PSR – spiegano i deputati – per avere più fondi è legittimo, ma si tratta di una richiesta impossibile dal punto di vista tecnico dato che il periodo 2021-2022 è una proroga del ciclo 2014-2020 che non può certamente essere modificato in corso d’opera. Siamo fiduciosi sul fatto che il Ministro Patuanelli vorrà rivedere questa scelta o quantomeno inserire misure compensative. Confidiamo nell’accoglimento da parte del consiglio dei ministri delle proposte formulate oggi durante l’audizione in commissione all’Ars” – concludono i deputati.
Angela Foti, deputata di Attiva Sicilia che ha presieduto l’audizione, ha voluto ribadire che “non è possibile togliere alla Sicilia un solo euro in un comparto così importante come quello dell’agricoltura. Ormai molti giovani stanno investendo sull’agroalimentare, scommettendo su coltivazioni non intensive, molte volte in biologico. Puntare alla modifica di un pilastro del Feasr senza unanimità e in un periodo transitorio risulta veramente incomprensibile. Il governo nazionale dice che vuole aiutare il Sud ma come pensa di farlo se poi riduce le risorse?”. Anche Sergio Tancredi, deputato di Attiva Sicilia, è intervenuto per lanciare un appello a tutti i parlamentari siciliani e del Sud a fare fronte comune per evitare questo scippo. La Sicilia e il Sud non possono ricevere nessuna riduzione, anzi servirebbero più fondi: si è trattato di un anno drammatico per la pandemia, ma la crisi al Sud, che parte da un grande svantaggio, si sente molto di più che al Nord. Qui la gente fa fatica a mettere insieme il pranzo con la cena e finora gli imprenditori hanno ricevuto solo briciole dai ristori. E pensare che possano ricevere anche un euro meno li getta nella disperazione”. La Commissione ha promosso una risoluzione, votata all’unanimità, da inviare al governo Draghi che dovrà entro il 21 maggio assumere d’imperio una decisione.