Un risveglio terribile, surreale, che dal sonno ha portato a una realtà fatta di urla e panico. Erano le 9 di questa mattina a Carpi, in provincia di Modena, quando una scossa di terremoto ha riportato gli abitanti emiliani a qualche giorno fa, quando già un primo sisma aveva provocato danni gravissimi da un capo all’altro del nord Italia.
Quello di oggi si è trasformato in tragedia nel giro di poche ore, con numerose vittime e migliaia di sfollati: alle 13 due forti scosse a distanza di quattro minuti l’una dall’altra, la prima di magnitudo 5,3 e la seconda di magnitudo 5.1, hanno colpito la zona del modenese. Dario Di Salvo, palermitano di 34 anni, si trova da un anno nella piccola cittadina a trenta chilometri dall’epicentro. Lì vive e lavora dopo una permanenza di cinque anni a Bologna. Anche per lui, quelle di queste ore, sono sensazioni miste alla paura e alla consapevolezza di non poter farsi prendere dal panico.
“Dopo le prime due scosse credevo il pericolo fosse scampato ed ero riuscito a mantenere la calma – racconta – ma dopo le 13, quando il sisma ha toccato il suo culmine, anch’io sono sceso in strada per evitare conseguenze che già i miei occhi vedevano a distanza”. A Carpi, infatti, in seguito al terremoto è crollata gran parte della cattedrale Santa Maria Assunta: ad occhio nudo le crepe sulla facciata ancora in piedi appaiono profondissime e per qualche ora è anche circolata la notizia, in seguito smentita, che il parroco del duomo fosse rimasto ucciso sotto le macerie. “Questa informazione – dice Dario – aveva gettato molti abitanti nel panico, già in preda alla paura. Nel mio palazzo – continua – abitano molti anziani, che questa mattina sono subito usciti dalle loro case. Io credo che mantenere la lucidità, in questi casi, sia la cosa migliore. In particolare, noi giovani, dobbiamo essere in grado, eventualmente, di dare una mano agli altri in caso di pericolo”.
Dario racconta, inoltre, di vivere in uno stabile di quattro piani e di sentirsi comunque più al sicuro: “Per fortuna abito al secondo piano e in casi estremi posso raggiungere immediatamente la strada. Nel frattempo, tengo sotto controllo i miei vicini, ai quali ho detto di potere contare su di me per qualunque aiuto, visto che la situazione è di estrema emergenza”. A Carpi tutto il centro è stato chiuso ad auto e pedoni e gli uomini della Protezione Civile stanno passando al setaccio i palazzi a rischio per controllare lo stato dell’agibilità: “Con loro in giro ci sentiamo tutti più tranquilli – conclude Dario – ma intanto speriamo non ci siano altre scosse. Le vittime sono già tante, troppe. E anche la paura fa brutti scherzi”.