Tre casi sospetti di epatite acuta sono stati registrati tra altrettanti bambini in Sicilia. Nessuno dei tre è grave, due sono anche stati dimessi. L’ultima segnalazione è avvenuta ieri nel capoluogo siciliano, il bambino di 5 anni è ricoverato all’ospedale dei Bambini Di Cristina, ma si è in attesa dei risultati degli esami inviati a Roma. Gli altri due casi provengono dalla provincia di Palermo e un bimbo di 5 mesi della provincia di Agrigento.
A fornire un bilancio della situazione è il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, che però ha invitato “a non creare allarmismi”, non c’è una catena di contagio conosciuta, i casi sono ancora molto pochi e nella “stragrande maggioranza le cure sono state risolutive”.
Da parte del ministero è arrivata la richiesta alle Regioni di censire tutti i casi registrati da gennaio ad oggi su bambini da 0 a 14 anni, non riconducibili ai virus che normalmente provocano la malattia (epatite A, B, C, D ed E). Generalmente i piccoli arrivano in ospedale denunciando problemi respiratori, ma poi si scopre che hanno le transaminasi in forte aumento, segno di epatite acuta. Nella Penisola sono scattate più di dieci segnalazioni, di cui solo tre confermate dal ministero (Abruzzo, Lombardia ed Emilia Romagna). Per un bambino di 11 anni di Bergamo è stato necessario il trapianto di fegato.
Ad oggi è stato escluso il legame con i vaccini anti covid. Il maggior numero di casi, ad oggi, si registrano in Gran Bretagna e i bambini colpiti non risultavano vaccinati. Secondo alcuni ricercatori potrebbe trattarsi di un’infezione causata da un adenovirus.