A sei giorni dalle primarie per l’elezione del segretario regionale, la guerra senza quartiere nel Pd siciliano continua. Domani si attende la decisione della commissione nazionale di garanzia sui ricorsi presentati. Ma sui territori molti circoli non hanno atteso il responso del Nazareno e hanno già avviato l’iter congressuale, anche a livello provinciale. Intanto, oggi si riunisce la commissione regionale per il congresso che affronterà altri due temi caldi su cui si preannunciano altre battaglie. E così passano quasi in secondo piano le liste a sostegno dei due sfidanti, che vengono definite in queste ore.
La partita romana
Il Nazareno ha provato a mettere pace tra i due sfidanti. Ma il tentativo di mediazione non è andato a buon fine. L’area che sostiene Teresa Piccione ha insistito sulla necessità di procedere prima ai congressi locali e provinciali, riservati agli iscritti, e poi, come da regolamento votato in direzione (e come prassi abbastanza consolidata) alle primarie. Anche a costo di rimandare di qualche giorno il voto al gazebo. L’area di Davide Faraone, invece, pensa a un election day, un giorno solo per votare per tutto, dispensando dal consueto contributo di due euro, per rendere sempre più “aperto” (è la parola d’ordine della campagna di Faraone) il partito. Domani la commissione nazionale di garanzia, a maggioranza renziana, si pronuncerà sui ricorsi. E comunque vada c’è da scommettere che questo passaggio non metterà la parola fine alla diatriba.
I territori “ribelli”
Tanto più che in diverse parti della Sicilia, circoli e segreterie provinciali si sono già attivati, noncuranti dello stop di Roma, avviando gli iter congressuali. È accaduto a Catania, ma anche ad Agrigento e provincia, in alcune zone del Trapanese. Il partito va in ordine sparso in un clima da pre-scissione. Un caos totale.
Nuove grane
Oggi pomeriggio si riunisce la commissione regionale del congresso presieduta da Fausto Raciti. All’ordine del giorno altri due temi spinosi, la mappa dei gazebo e il voto degli immigrati e dei minorenni almeno sedicenni. Anche su questi argomenti l’ala di Piccione è pronta alle barricate. Sia sull’organizzazione dei gazebo, che questo gruppo considera competenza delle segreterie provinciali. Sia sul tema degli immigrati, perché non sarebbe stato istituito un albo nei tempi corretti. A tutta questa guerra di ricorsi, si potrebbe aggiungere il carico da undici da qui a breve, con una contestazione fondata sul mancato versamento dei contributi al partito da parte dei deputati, un caso denunciato nelle settimane scorse dal tesoriere dimissionario Lillo Speziale.
Le liste
Intanto, scadrà tra qualche ora il termine per presentare le liste a sostegno dei due sfidanti. Davide Faraone presenterà tre liste: “Lunedì per il Pd in Sicilia sarà un nuovo giorno e per i Siciliani una speranza in più di cambiamento – dice l’ex sottosegretario -. Sarà un nuovo Pd, apriremo porte e finestre alla società civile. Nelle nostre liste, che presenteremo nelle prossime ore e che i cittadini troveranno ai gazebo nella scheda delle Primarie di domenica 16 dicembre, ci saranno tante ragazze e ragazzi, una nuova generazione che ci mette la faccia e che avrà la mission di svecchiare il partito. Correranno nelle tre liste che mi sostengono e si impegneranno con me a rivoluzionare il Pd”. In lista, annuncia Faraone, tante donne e diversi under 18. Anche Piccione dovrebbe essere sostenuta da tre liste, che si stanno definendo in queste ore. Potrebbero correre anche i big che spingono la sua candidatura. Ma nel caos di ricorsi e carte bollate, che Antonello Cracolici ha profetizzato sarà il preludio di uno strascico in tribunale, la sfida delle liste finisce per passare in secondo piano.