PALERMO – Dopo la dichiarazione di inammissibilità dei ricorsi contro l’elezione di Anthony Barbagallo alla segreteria regionale del Pd, Energia popolare e Left wing contestano la decisione, bollandola come “contraria ai diritti statutari e di legge degli elettori e degli iscritti del Partito Democratico della Sicilia”.
Alcuni esponenti del Pd siciliano, tra cui spiccano i nomi di Antonio Rubino e Giovanni Burtone, stanno preparando un ricorso in secondo grado, da inoltrare alla commissione nazionale di garanzia contro il respingimento, da parte della commissione regionale, dei ricorsi del 15 gennaio, 10, 17 e 31 maggio, che portano la firma dei due stessi esponenti.
I fatti risalgono alla votazione per il congresso regionale avvenuta nel corso di un’assemblea all’hotel Astoria di Palermo, lo scorso gennaio. Si votava, online e in presenza, per la scelta dello strumento delle primarie per l’elezione del segretario regionale (sulle primarie poi non si era giunti ad un accordo).
Barbagallo: “Ci dicano chi ha votato”
“Se loro ci forniscono i nomi di coloro che hanno votato e che, ad oggi, ci sono stati tenuti segreti, noi siamo pronti a chiudere la vicenda e ad andare avanti – dice il deputato del Pd, Giovanni Burtone – vogliamo solo chiarezza e correttezza: quindi il nome e il cognome di chi ha partecipato quella sera. Il Pd non è una loggia massonica, non è un partito chiuso. Perché tutta questa oscurità?”.
I ricorsi erano stati presentati inizialmente alla commissione nazionale di garanzia che poi li aveva rimandati, per un esame, a quella regionale. Lo scorso 6 ottobre però l’organismo regionale, presieduto da Giovanni Panepinto, li ha respinti perché i termini per la presentazione degli stessi erano già scaduti “essendo decorso il termine di trenta giorni previsto a pena di inammissibilità”.
“In realtà però – prosegue Burtone – la commissione nazionale aveva ritenuto validi i ricorsi, tanto da averli inoltrati alla regionale. Stiamo lavorando al ricorso rispetto a questa decisione da presentare alla commissione di garanzia nazionale. Credo che verrà inoltrato lunedì”.
Pd Sicilia, la contestazione
La commissione di garanzia regionale del Pd è presieduta da Giovanni Panepinto. “Secondo l’ex deputato – aggiungono le due associazioni – saremmo perfino venuti meno ai nostri doveri per non avere impugnato dinanzi al Tribunale civile la decisione della Commissione di garanzia nazionale di trasferire il fascicolo in Sicilia, ritenendo che quello fosse l’unico luogo deputato a pronunciarsi. Un’interpretazione del tutto forzata che non tiene conto del rispetto istituzionale e politico con cui abbiamo sin qui agito all’interno del partito democratico”.
Energia popolare e Left wing ritengono che “l’attuale commissione regionale di garanzia – in conflitto d’interessi perché nominata dall’attuale segretario regionale – risulta comunque segnata dalle irregolarità che hanno contraddistinto l’ultimo congresso. Per questo riteniamo che ogni atto proveniente da essa abbia natura essenzialmente politica e non possa essere considerato espressione di un organismo realmente terzo e imparziale”.
Le prossime mosse
Le due associazioni ritengono che sia possibile “rimettere il fascicolo alla commissione di garanzia nazionale, che finora ha dato prova di equilibrio e di rispetto delle regole, e di valutare la tutela dei diritti degli iscritti e degli elettori del PD siciliano in ogni sede competente. Siamo certi che la Commissione Nazionale di Garanzia potrà ora valutare nel merito i ricorsi, restituendo al dibattito interno quella credibilità e quella trasparenza che il nostro partito merita”.
“Riteniamo che la tutela delle regole statutarie e della partecipazione debba rimanere il cardine della vita democratica del Partito Democratico. È su questo terreno – e non su quello delle appartenenze o delle convenienze – che continueremo a impegnarci – concludono – con serietà e spirito costruttivo”.

