E’ giunta l’ora delle decisioni, in casa Pdl. Il via libera dato ieri alle primarie del centrodestra a Palermo è stato solo il primo passo di un iter che avrà nel fine settimana, in un noto albergo palermitano, un secondo importante appuntamento. Parlamentari nazionali e regionali, dirigenti locali, coordinatori regionali, provinciali e cittadini, insieme al segretario nazionale Angelino Alfano e al ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, parteciperanno a una riunione riservata ai massimi livelli del Pdl siciliano che avrà all’ordine del giorno il tesseramento e l’organizzazione del partito. Un incontro che seguirà all’inaugurazione della nuova sede regionale del Pdl in via Emerico Amari.
Ma il summit dei berlusconiani sarà anche l’occasione per fare il punto sulle primarie, che saranno allargate all’intera coalizione e che dovrebbero svolgersi in contemporanea con quelle del centrosinistra. Tanti i nomi circolati in queste ultime settimane per la successione a Diego Cammarata: una ridda che ha scatenato un putiferio nel Pdl. L’investitura di Roberto Lagalla sembra essere ormai solo un ricordo e Alfano ha optato per le primarie anche nel capoluogo siciliano: un modo per disinnescare beghe di partito e gelosie che erano già scoppiate fragorose. Il rettore dell’università di Palermo aveva detto di essere disponibile d accettare la candidatura solo se condivisa, quindi non dovrebbe essere più della partita.
In pole position, invece, restano Francesco Scoma, Carlo Vizzini e il presidente dell’Ars Francesco Cascio. Scoma, non è un mistero, da tempo ambisce alla poltrona più alta di Villa Niscemi, mentre un discorso diverso va fatto per gli altri due pretendenti. Vizzini, che ha dato il via al movimento “Primavera” raccogliendo centinaia di firme, ha detto a chiare lettere di non volersi candidare. Ma il suo nome continua a circolare, insieme alle voci che lo vorrebbero in uscita dal Pdl per un ritorno alle origini socialiste in un tandem con l’assessore regionale alla Salute Massimo Russo. Il senatore, negli ultimi tempi, si è più volte smarcato dalla linea ufficiale del partito, come nel caso del referendum per l’abolizione del Porcellum, e questo ha convinto molti osservatori che la fuoriuscita non sia poi così improbabile. Fantapolitica, secondo altri che sono pronti a scommettere che il pressing di Alfano per trattenere Vizzini darà i risultati sperati.
Capitolo a parte per Francesco Cascio. Il presidente del parlamento siciliano non si è mai esposto, finora, su una sua possibile candidatura, anche perché questa sarebbe un contentino nel caso in cui fallisca la corsa a Palazzo d’Orleans. Ma anche in quel caso, non è detto che a correre sia lui: Cascio potrebbe infatti lanciare un giovane capace, estraneo alla politica e di sicura fedeltà. L’identikit perfetto del presidente del Coni Sicilia, Massimo Costa. Infine resta l’incognita di Simona Vicari. L’ex sindaco di Cefalù, data più volte come pronta a scendere in campo, ha annunciato il suo ritiro dalla corsa per coordinare un tavolo delle regole per le primarie, di cui però non c’è alcuna traccia. Primarie che, come detto, saranno di coalizione e quindi coinvolgeranno anche Pid e Fds, anche se i miccicheiani hanno già fatto sapere di essere disponibili a parlarne solo all’interno di un ragionamento più ampio che riguardi anche la candidatura alla presidenza della Regione.