Per i medici era un pelo incarnito, ma era un sarcoma

Per i medici era un pelo incarnito, ma era un sarcoma

Un nodulo scambiato per infezione: il calvario di Kevin

Per cinque anni, Kevin Hyde ha cercato risposte su uno strano rigonfiamento comparso nella zona del perineo. Ma, ogni volta che si è rivolto ai medici, le rassicurazioni erano sempre le stesse: “È soltanto un pelo incarnito, un’infiammazione, forse un’irritazione cutanea, passerà col tempo”.

Nessuno ha mai sospettato che dietro quel piccolo fastidio si nascondesse qualcosa di ben più grave. Il nodulo continuava a crescere lentamente, diventando più evidente e doloroso. Nonostante questo, il 49enne residente a Milton Keynes (Regno Unito) si è visto prescrivere solo pomate antibiotiche e qualche antinfiammatorio. Nessun approfondimento diagnostico, nessuna indagine più accurata.

Non era un pelo incarnito, la diagnosi di sarcoma nel 2023

Quando il dolore è diventato insopportabile e la massa ha iniziato a cambiare forma e consistenza, è stato finalmente avviato un iter di esami. Solo un’ecografia, seguita da una biopsia, ha permesso di identificare il problema: un sarcoma epitelioide in fase avanzata, un tumore maligno dei tessuti molli già diffuso in altri organi.

La diagnosi è arrivata nel luglio 2023, ma il primo sintomo risaliva almeno al 2018. La storia clinica di Kevin Hyde racconta di visite ripetute, prescrizioni inadeguate e ritardi significativi. Dopo un primo consulto medico nel 2018, era tornato a farsi vedere nel novembre 2021, quando il dolore era ricomparso. Anche allora, gli vennero somministrati antibiotici per una sospetta infezione da peli incarniti.

L’ecografia urgente richiesta presso il Milton Keynes University Hospital fu però eseguita solo nel marzo 2022, con ulteriori esami programmati e poi continuamente rinviati. È stato solo grazie a una PET, effettuata il 27 luglio 2023, che i medici hanno scoperto la vera natura della massa: un raro sarcoma epitelioide, che colpisce i tessuti di sostegno del corpo umano e che si manifesta in modo subdolo e progressivo.

Una catena di ritardi

Quando la malattia è stata identificata con precisione, sembrava ancora localizzata. Il 13 settembre 2023, Kevin ha avviato un ciclo di radioterapia, nella speranza di un’operazione risolutiva. Ma anche in questo caso, la burocrazia e la lentezza del sistema sanitario hanno avuto la meglio. L’intervento, previsto per dicembre, è slittato al 10 gennaio 2024 per la mancanza di posti letto, lo sciopero del personale e l’indisponibilità dei tre chirurghi necessari.

Nel frattempo, la massa si era ingrandita fino a raggiungere i 9 cm. I medici sono riusciti a rimuoverla, ma senza margini di resezione chiari, una condizione che compromette fortemente le probabilità di successo a lungo termine.

ospedale pronto soccorso

Tumore al quarto stadio

Il 29 aprile 2024, la notizia più dura: il tumore al quarto stadio si era diffuso alla colonna vertebrale, ai muscoli della schiena e alla gamba. Una diagnosi che ha cambiato radicalmente la prospettiva. Le cure hanno assunto un carattere palliativo. L’obiettivo principale era guadagnare tempo prezioso con la famiglia. Ma anche questo percorso si è rivelato tortuoso.

La radioterapia è cominciata solo a ottobre, la chemioterapia ancora più tardi, a dicembre, rallentata dalla solita mancanza di letti ospedalieri. “I test genetici – ha raccontato la moglie di Kevin Hyde – hanno dimostrato che il suo cancro presenta mutazioni specifiche che potrebbero rispondere bene a trattamenti mirati e all’immunoterapia. Ma queste terapie personalizzate non sono ancora approvate per il sarcoma epitelioide nel Regno Unito”.

La raccolta fondi

Di fronte all’inefficacia del percorso pubblico, la famiglia ha deciso di guardare altrove. Una raccolta fondi su GoFundMe ha permesso di ottenere 31.000 sterline per valutare terapie private, anche all’estero. “Speriamo di raccogliere abbastanza soldi per dare a Kevin più tempo: più tempo con la famiglia, gli amici e la vita che ama”, ha aggiunto la donna. Il 12 aprile, Kevin ha terminato la chemioterapia. Da allora, nessun nuovo trattamento è stato avviato.

“Temiamo che questi ritardi non facciano altro che offrire al cancro l’opportunità di avanzare”, ha detto la moglie, sottolineando come i fondi raccolti siano stati fondamentali per accedere a terapie alternative, avviate privatamente. “Stiamo cercando di mantenere la fiducia nel Sistema Sanitario Nazione, ma è difficile non sentirsi scoraggiati dalle attese interminabili per ecografie, risultati e decisioni terapeutiche”, ha concluso.
TUTTE LE NOTIZIE DALL’ITALIA E DAL MONDO SU LIVESICILIA


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI