Quattro dirigenti assunti nonostante la legge lo vieti. È ancora caos su Multiservizi, società della Regione in liquidazione, i cui dipendenti dovranno transitare nella nascente Servizi ausiliari Sicilia. Tra gli 895 lavoratori che passeranno nella nuova società, però, ecco spuntare anche quattro dirigenti, appunto, nonostante, attaccano i sindacati Cobas Codir e Fisascat Cisl, la norma scelta per queste assunzioni (la legge 223 del 1991) non consenta le stabilizzazioni in posizioni dirigenziali. E non solo. Secondo le sigle, infatti, uno dei quattro dirigenti sarebbe assunto in seguito a una “doppia violazione”. Non solo, infatti, la qualifica dirigenziale non è tra quelle previste per le assunzioni della 223, ma il dirigente in questione, Piero Aiello, sarebbe stato assunto in Multiservizi dopo il 31 dicembre del 2009. Violando, insomma, il blocco delle assunzioni voluto dal governo. Ma il dirigente replica: “E’ tutto in ordine, forse do fastidio a qualche sindacato”.
Ma i sindacati, come detto, affondano. E raccontano di indiscrezioni provenienti dagli elenchi dei lavoratori che verranno assunti e di quelli che verranno invece esclusi dai processi di assunzione (una quindicina, in tutto) trasmessi all’assessorato regionale all’Economia per tutti gli adempimenti. “Vorremmo conoscere – dicono Michele D’Amico dei Cobas Codir e Mimma Calabrò della Fiascat Cisl – se la Multiservizi, nel trasmettere gli elenchi in questione, abbia potuto o meno erroneamente inserire nominativi di lavoratori, non rispettando il dettato normativo e negoziale, determinando – fra l’altro – eventuali profili di danno all’erario”.
I sindacati citano alcuni “casi”, ma non fanno nomi. Nomi, contenuti in un elenco del quale Live Sicilia è entrato in possesso, nonostante le richieste ufficiali dei sindacati di visionarlo siano cadute nel vuoto. Il caso del dirigente assunto nonostante il blocco, ad esempio, è quello di Piero Aiello, e viene indicato dai sindacati come l’esempio di una disparità di trattamento: “In particolare, – dichiarano i sindacalisti – si chiede di conoscere se negli elenchi possa essere stato inserito un dirigente assunto in data 1 dicembre 2011 (assunto quindi mentre vigeva il divieto di assunzione) e, invece, possano essere stati erroneamente lasciati fuori dagli elenchi, senza alcun criterio logico di ragionevolezza e di eguaglianza, dei lavoratori già in servizio dal 2010”. Si tratterebbe, in questo caso, di due lavoratori, assunti tra il marzo e il dicembre del 2010 e inseriti nell’elenco degli “esclusi” dall’assunzione.
Insomma, i sindacati chiedono: perché Aiello sì, e i due lavoratori assunti prima di lui, no? La spiegazione starebbe nel complicato procedimento che ha portato all’assunzione del dirigente Aiello, frutto di una transazione che ha chiuso una vicenda giudiziaria iniziata prima del blocco delle assunzioni. Insomma, Aiello, dopo aver superato una selezione pubblica, aveva chiesto un’assunzione che non gli sarebbe stata riconosciuta. Da lì, un contenzioso durato anni, e terminato soltanto nel 2011. “Sono stato – replica Aiello – il primo dirigente pubblico a ottenere e notificare in carcere un provvedimento di licenziamento in tronco per due dipendenti di Multiservizi condannati per mafia, nonostante la sentenza non fosse passata in giudicato. Temo – aggiunge – che il mio operato, all’interno di questa azienda, non sia gradito o condiviso da qualche sindacato”.
Ma l’attacco dei sindacati va oltre la vicenda personale e lavorativa di Aiello. Secondo Cobas e Cisl, infatti, come lui, anche gli altri tre dirigenti che sarebbero stati compresi negli elenchi degli assunti non avrebbero diritto a quella assunzione. Anche in questo caso le sigle non fanno nomi. Ma dagli elenchi in possesso di Live Sicilia si evince che si tratta di Antonio Zagarella, Giovanni Farina e Vincenzo Cottone. “Il trasferimento di quattro dirigenti – dicono D’Amico e Calabò – non è previsto dalla legge 223/91”. E i sindacalisti fanno riferimento in particolare all’articolo 25, “tra le suddette assunzioni – si legge dal testo della norma – non rientrano quelle del personale appartenente alle qualifiche appositamente individuate nei contratti collettivi di categoria, quelle relative alle categorie dei dirigenti…”. E non solo. Secondo i sindacati, “alla data del 31 dicembre del 2009 il numero dei dirigenti in servizio presso Multiservizi spa era di una unità di personale”. Insomma, oltre ad Aiello, proprio in questi ultimi mesi, sarebbero stati “creati” due nuovi dirigenti, frutto di una semplice “promozione”. Una promozione che nasconderebbe, secondo le sigle, il tentativo di mantenere in vita il vecchio privilegio dei “superminimi”, cancellati in seguito all’accordo politico-sindacale che propedeutico alla fusione di Multiservizi in Sas. E in anche in questo caso, i sindacati denunciano “un’azione politica scellerata – dicono D’Amico e Calabrò – che non produce benefici concreti nella gestione della futura Società consortile Sas, ma soltanto aumenti di costi per l’amministrazione della Regione siciliana camuffando, quanto percepito negli anni passati come ‘superminimo’, solo per alcuni di questi neo-dirigenti, in un avanzamento di carriera”.
Insomma, ancora nubi su Multiservizi. Mentre proprio in un incontro svolto oggi, sono stati fissati i prossimi step che dovranno portare alla definitiva stabilizzazione dei lavoratori. Giovedì 6 settembre verrà convocato il Cda della nascente Sas, quindi nei giorni successivi verranno sottoscritte le convenzioni quadro e quelle con i singoli enti (operazione che si completerà tra il 10 e il 17 settembre). Dal 18 settembre partiranno, come indicato dalla legge le operazioni di licenziamento dalla Multiservizi e di contestuale assunzione nella Sas. Operazioni che si dovranno completare entro il 30 settembre. “Quello che ci sta più a cuore – concludono D’Amico e Calabrò – che si definisca con urgenza il passaggio degli aventi diritto secondo quanto previsto dalla normativa regionale vigente e dai decreti assessoriali”. Un’esigenza avvertita dal neo presidente della Sas, Giuseppe Di Stefano: “Il cda della Sas condivide la necessità della massima trasparenza e rispetto delle regole nel procedimento che porterà alla formazione della nuova società”. E intanto, sulla Multiservizi pende ancora l’esposto-denuncia dell’assessore all’Economia Armao che aveva persino ventilato il rischio del “voto di scambio”.