L'incidente, poi un mese d'agonia| Andrea non ce l'ha fatta - Live Sicilia

L’incidente, poi un mese d’agonia| Andrea non ce l’ha fatta

Andrea Virruso, carrozziere 23enne di Casteldaccia, nel Palermitano, è spirato all'ospedale Civico dove era stato ricoverato in condizioni disperate dopo un incidente avvenuto il 13 aprile scorso.

Casteldaccia
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CASTELDACCIA (PALERMO) – Ha lottato per più di un mese contro la morte, ma il suo cuore ha smesso di battere stamattina all’alba su un lettino della Seconda Rianimazione dell’ospedale Civico. Andrea Virruso, 23 anni, era stato ricoverato dopo un violentissimo incidente avvenuto il 13 aprile scorso in via Ugo La Malfa a Casteldaccia: erano le 4 del mattino quando stava tornando a casa dopo una serata trascorsa con gli amici, ma all’improvviso avrebbe perso il controllo della sua Mini Cooper, uscendo fuori strada.

L’auto si era schiantata contro un muro, riducendosi ad un groviglio di lamiere. Una trappola mortale per il giovane, estratto dall’abitacolo dai vigili del fuoco arrivati sul posto con i carabinieri della compagnia di Bagheria. Da quella notte, un mese di agonia. Le sue condizioni erano disperate e i medici hanno fatto di tutto, in queste settimane, per strapaprlo alla morte. Più di trenta giorni con la speranza appesa ad un filo per i familiari e gli amici di Andrea, che faceva il carrozziere ed aveva frequentato l’Istituto tecnico Industriale.

Nel piccolo centro alle porte di Palermo in tanti conoscono la sua famiglia e tutti hanno pregato per lui, sperando che riaprisse gli occhi e tornasse a sorridere. “Non ci sono parole per esprimere i sentimenti che proviamo in questo momento – dice un amico del giovane – come persone che conoscevamo Andrea e come persone vicine al papà e a tutta la famiglia Virruso. E’ tanto il dolore anche per chi è genitore e sa cosa vuol dire per un padre la vita del proprio figlio. Nulla potrà colmare il vuoto nei cuori dei suoi cari, a noi non resta che riflettere e pregare”.

A stringersi al dolore della famiglia di Casteldaccia, anche Gianluca Maria Calì: “Ciao Andrea, ti sei aggrappato alla vita, con i denti e con le unghie, ci hai tenuto, giorno dopo giorno, attaccati alla speranza e alla preghiera; non ci sono parole che possano lontanamente esprimere cio che stiamo provando. Siamo tanti ad avere avuto la fortuna di averti conosciuto e tutti ti porteremo sempre nei nostri cuori”.


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