PIAZZA ARMERINA. Era finito sotto processo per diffamazione aggravata ai danni dell’ex sindaco di Piazza Armerina Filippo Miroddi, accusato di averne offeso la reputazione attraverso un post su Facebook in cui accusava la vecchia giunta, sostanzialmente, di avere in qualche modo falsificato i conti dell’ente non pagando alcune spese per anni. Ma per il Tribunale di Enna il “fatto”, la presunta diffamazione, “non costituisce reato” e per questo Vincenzo Pafumi, consigliere comunale di maggioranza e presidente della commissione Bilancio del Comune, è stato assolto con formula piena.
Il consigliere, difeso dall’avvocato Vincenzo Cammarata, più nello specifico era alla sbarra per un post su Facebook, in cui aveva sparato a zero contro la vecchia giunta, accusando la precedente amministrazione di non aver pagato per anni le bollette di luce, gas e acqua degli edifici comunali, tra cui le scuole; e di aver sostenuto falsamente, anche in campagna elettorale, che la situazione economico-finanziaria dell’ente fosse in ordine, quando così non era. Un post che era costato a Pafumi una querela per diffamazione e un decreto penale di condanna.
A quel decreto il consigliere ha presentato opposizione e il processo di primo grado si è chiuso adesso con l’assoluzione piena. Il giudice monocratico Giovanni Milano ha accolto la tesi della difesa, pronunciando sentenza di proscioglimento, anche se è presto per avanzare delle ipotesi circa le motivazioni, come ha messo in evidenza il legale di parte civile, l’avvocato Piero Patti – il quale non ha comunque rilasciato dichiarazioni – perché si conosceranno solo in seguito, quando il giudice le depositerà.
Fonti vicine alla difesa di Pafumi, dal canto loro, mettono in evidenza quanto già fatto in aula, cioè mettono in relazione questo processo per diffamazione con quello in corso, dove Miroddi e alcuni appartenenti alla vecchia “legislatura” del Comune sono imputati per presunti falsi, proprio in relazione al bilancio. Il nesso tra l’assoluzione e il dibattimento in corso, in sostanza, è ciò che ha sostenuto e sostiene la difesa e lo stesso imputato assolto, anche se tecnicamente, le valutazioni del giudice Milano, non sono note.
“Il Tribunale, nell’affermare che il fatto non costituisce reato, dimostra che ciò che ho detto non è per niente falso e ancor meno diffamatorio – afferma Pafumi -. Noi andiamo avanti nella nostra operazione verità che dapprima ha smascherato tutte le incongruenze sul bilancio e che poi, oggi, mettendo le carte in regola con l’uscita a breve dal dissesto, ci sta mettendo nelle condizioni di far ripartire il Comune”.