CATANIA – “Rischio la vita tutti i giorni per andare a lavoro”. Esordisce così Mario Di Bella, raccontando a LivesiciliaCatania la sua esperienza da ciclista e di come, per recarsi quotidianamente nella sua sede di lavoro in zona playa, debba affrontare centinaia di pericoli. “Essere un cittadino civile ed ecologico a Catania è difficilissimo – afferma – anche se il tragitto che percorro dal centro città alla playa è pianeggiante e quindi la bicicletta dovrebbe essere un mezzo perfetto per questo piccolo spostamento”. Un percorso pericoloso e insidioso è quello che descrive Di Bella.
Il rischio di incidenti, tra ciclisti e automezzi è elevato. La bicicletta è costretta a zigzagare continuamente in quanto, sul bordo stradale, si trovano numerosi ostacoli: le banchine sono dissestate, le auto sono parcheggiate sul marciapiedi. Il ciclista e il pedone sono costretti a spostarsi al centro della corsia stradale rischiando di essere falciati da autobus e automobili in corsa. Il rischio più grosso, infatti, è rappresentato dalle auto in sosta selvaggia e dai venditori ambulanti che occupano il già risicato marciapiede con frutta, verdura e ultimamente anche con vasi in ceramica e piante ornamentali.
I pericoli aumentano alla rotatoria del faro quando, dovendo attraversare e raggiungere il lato della costa, si è costretti a fermarsi sulle strisce zebrate di fronte al distributore di benzina e tentare il passaggio con la massima prudenza. Non c’è infatti alcun semaforo pedonale. Stessa situazione si incontra dall’altra parte della rotonda quando si vuole completare l’attraversamento per raggiungere il lato spiaggia. La pista ciclabile di viale Kennedy, infatti, inizia proprio di fronte alla prima struttura comunale e si conclude dopo poche centinaia di metri in direzione sud. Anche questa appare assai trascurata e, come dimostrano le immagini, è occupata da ostacoli, tavolini e sedie.
“La strada che devo fare è un’oscenità- continua Di Bella. Siamo nel 2013 e in tutte le capitali europee esistono piste ciclabili e migliaia di ciclisti che preferiscono usare questo mezzo ecologico piuttosto che inquinare e intasare le città”. Di Bella suggerisce anche una soluzione all’amministrazione comunale appena insediatasi che ha fatto della vivibilità della città un punto fermo del programma. “Basterebbe un passaggio da dentro il porto e una piccola bretella dedicata collegata alla pista ciclabile del litorale Kennedy. Un’utopia possibile anche se non credo che l’amministrazione abbia a cuore un progetto di questo tipo anche se, di fatto, basterebbe davvero poco”.
Ma una soluzione va trovata per i ciclisti che, sempre più numerosi, percorrono questo tragitto. E se i ciclisti piangono i pedoni, di certo, non ridono, costretti ad attraversare la via Colombo tra mille difficoltà per raggiungere il vicinissimo litorale sabbioso dal centro storico. “I marciapiedi sono rotti e si interrompono continuamente – afferma Agneska, studentessa della Scuola di italiano per stranieri di Catania. La strada è sporca e pericolosa. L’unico mezzo per andare al mare dal centro città – continua la ragazza – è l’autobus perché i taxi hanno prezzi altissimi: quasi 20 euro per fare meno di 4 km dal Duomo a viale Kennedy”.