Piazzapulita, le dimissioni |del Papa e lo ‘tsunami’ Grillo - Live Sicilia

Piazzapulita, le dimissioni |del Papa e lo ‘tsunami’ Grillo

La cronaca della puntata di “Piazzapulita” dell’undici febbraio. Al centro della trasmissione di Corrado Formigli, la notizia delle dimissioni di papa Ratzinger. Poi il discorso si è spostato sui consensi riscontrati tra i giovani dal Movimento Cinque Stelle. Ospiti in studio Marco Damilano, inviato de l’Espresso, Roberto D’Agostino, giornalista e fondatore del sito Dagospia, Giovanni Favia, candidato nella lista Rivoluzione civile e Andrea Scanzi, del Fatto quotidiano.

PIAZZA PULITA
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“Addavenì Beppone?”, doveva essere questo il titolo della sesta puntata di “Piazzapulita”, in onda questa sera su La7. Il riferimento era chiaramente rivolto al leader del Movimento 5 Stelle. Ma la scaletta è stata stravolta dalla notizia del giorno, le dimissioni di Papa Benedetto XVI. Una decisione che ha lasciato sbigottiti i fedeli: é proprio ai cittadini che la trasmissione di La7 ha dato la parola tramite un servizio mandato in onda come incipit di “Piazzapulita”. “In qualche modo oggi si è fatta la storia, sono seicento anni che un Papa non annunciava le proprie dimissioni – ha asserito il conduttore di “Piazzapulita” durante il cappello introduttivo del programma.

Marco Damilano, inviato de l’Espresso, ha aperto il talk ricordando che il Papa rappresenta il potere nell’occidente. “Per un credente questa è l’ora dei lupi – ha sentenziato Damilano – è un gregge senza pastore”. Secondo il giornalista de l’Espresso, inoltre, anche per i laici il gesto di Ratzinger rappresenterebbe una notizia sconvolgente in quanto “il balcone vuoto non riguarda solo i credenti e la figura del Papa è fondamento di leadership”. A rincarare la dose è intervenuto Roberto D’Agostino, giornalista e fondatore del sito Dagospia, secondo il quale Ratzinger non ha avuto la forza di riformare la Chiesa. Ad esprimere la propria opinione, nel corso della puntata, anche Beppe Grillo, in diretta dalla piazza di Mantova. Il leader del Movimento Cinque Stelle ha ipotizzato un Papa nero, magari eletto via internet. “Voglio pensare che il Papa abbia lasciato il proprio incarico perché tutto può cambiare – ha affermato Grillo. Ad entrare in scena anche il ministro Andrea Ricciardi, che ha definito Benedetto XVI come “un uomo mite, fermo e assolutamente non protagonista”.

Immancabile la polemica sullo “sbarco” su Twitter di Papa Benedetto XVI. @Pontifex_it., è questo l’account italiano scelto da Ratzinger a dicembre per il suo arrivo su uno dei social-network più utilizzati del momento. E proprio su Twitter esplode la polemica pochi minuti dopo l’annuncio delle dimissioni. Nei moltissimi commenti sul social network domina l’ironia: alcuni cinguettii, infatti, coinvolgono Silvio Berlusconi, candidandolo come possibile nuovo pontefice. La politica è presente anche in altri tweet, sia invitando i politici a seguire l’esempio di Ratzinger facendosi da parte, sia parlando della campagne elettorale dei cardinali. Infine, anche il mondo politico ha preso parte al cordoglio, pubblicando post sulla scelta di Benedetto XVI. Da Oscar Giannino che ha parlato sul social dell’enorme commozione per scelta del pontefice, a Pier Luigi Bersani che ha definito Papa Ratzinger un grande teologo che ha messo la teologia al servizio della Chiesa. “Il suo è gesto di impostazione, di novità per il futuro” – ha postato il leader del Pd sul social.

Il talk show di La 7, si è in seguito incentrato sulla campagna elettorale in vista delle urne. “Piazzapulita” ha infatti aperto un’inchiesta per capire se il grado di democrazia interno al Movimento Cinque Stelle sia aumentato o meno. Dopo i casi di Giovanni Favia e Federica Salsi, i dissidenti espulsi, ci si chiede se sia cambiato qualcosa nell’organizzazione, la gerarchia e la gestione del Movimento. Si inizia con un collegamento in diretta da Mantova dove Grillo ha da poco finito il comizio. Secondo il comico “La mafia è nei software falsi, non più negli immobili e nella cocaina”. Prima una stoccata di Grillo sul Pdl, “Nelle liste non possono essere presenti condannati e allora chi ci mettono?”, poi un attacco contro il leader di Rivoluzione civile, “Un magistrato non dovrebbe entrare in politica”.

A prendere parte alla discussione in studio con Formigli è intervenuto proprio Giovanni Favia, ora candidato nella lista Rivoluzione civile di Antonio Ingroia come capolista in Emilia Romagna. Accanto a lui, Andrea Scanzi del Fatto quotidiano e Beatrice Lorenzin del Pdl. Per Scanzi la politica ormai non può più fermare Grillo considerato uno “tsunami in pieno”. Giovanni Favia, si é espresso a favore della presenza in Parlamento di alcuni membri del M5S, ma ha sentenziato come il ‘non partito’ di Grillo sia sopravalutato. “Grillo accende gli entusiasmi, ti fa sognare, ti fa credere che qualcosa possa essere smosso ma poi ti svegli dall’incanto e ti rendi conto che non stai votando lui” – ha detto Favia – “Tu gli dai la mano, lui ti risponde con un pugno in faccia”. Infine, sulla proposta di Grillo del non pignoramento della prima casa si è espressa l’economista Loretta Napoleoni: “Sì, ma entro alcuni limiti. La proposta non mi sembra demagogica” – ha sentenziato la Napoleoni.

 


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