21 Settembre 2021, 17:11
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PALERMO – Figli, sorelle, genitori: un’intera famiglia parte civile al processo. Sono i parenti che piangono Piera Napoli, la trentaduenne cantante neomelodica uccisa con decine di coltellate il 7 febbraio scorso nella sua abitazione di via Vanvitelli, rione Cruillas.
Sotto accusa davanti alla Corte di assise di Palermo, presieduta da Sergio Gulotta, c’è il marito della vittima, Salvatore Baglione. Si sono costituiti parte civile i figli della coppia, la madre e le sorelle della vittima con l’assistenza degli avvocati Laura Terrasi Umberto Seminara e Ines Trapani.
Accolta anche la richiesta di costituzione dei quattro associazioni che si occupano di violenza di genere: Co.Tu.Le.Vi (avvocato Francesca Salvia), Marianna (avvocato Alfredo Galasso), Bon’t Warry Onlus Noi Possiamo (avvocati Licia D’Amico), Demetra (avvocato Marilena Messina) e quattro associazione che si occupano di violenza di genere.
Fu il marito a confessare l’omicidio e a ricostruire la domenica di orrore. Piera Napoli è seduta sul water. Il marito, 37 anni, entra in bagno impugnando un grosso coltello con una lama di 20 centimetri. Uno di quelli che usa per il suo lavoro di macellaio. La colpisce con decine di coltellate e copre il corpo con un telo. Baglione si ripulisce dal sangue. Accompagna i tre figli dai nonni paterni e torna a casa. Si cambia gli abiti e prepara una valigia prima di presentarsi, tre ore dopo, alla stazione Uditore dei carabinieri.
Ai carabinieri confessa di averla uccisa, ma tira fuori la storia della gelosia per la nuova relazione della moglie. Piera Napoli gli aveva detto di non amarlo più.
Subito dopo avere massacrato la moglie Baglione scrive un post sul suo profilo Facebook: “Il rispetto, gran bella parola… Peccato che non tutti ne conoscano il significato”.
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21 Settembre 2021, 17:11