CARINI (PALERMO)- Giuseppe Randazzo e Antonino Giambanco, meglio conosciuti come Pino e Salvo, hanno pronunciato nel pomeriggio di ieri il fatidico sì. Una scelta, la loro, venuta all’improvviso dopo vent’anni d’amore e di convivenza, che ha portato la coppia a celebrare pubblicamente la loro unione. Il matrimonio, seppur simulato, è stato celebrato dal consigliere comunale di Palermo Giulio Cusumano, noto per essersi già battuto per l’apertura di un registro delle unioni civili a Palermo e grande amico dei due. Una pacifica provocazione sociale, questa doveva essere la funzione della cerimonia, secondo quanto detto dalla coppia, l’unione pubblica di due persone che si amano.
Perchè l’amore lo si avvertiva nell’aria, nell’agitazione di due persone che dopo vent’anni insieme tremano ancora parlando del loro amore e non certo per vergogna. Eppure questa unione critiche ne ha destate. “Oggi qualcuno sta cercando visibilità grazie alle nozze gay di Carini. E ci è riuscito”. lo ha affermato Angelo Figuccia, consigliere comunale di Forza Italia, che prosegue: “Giulio Cusumano è un collega, una persona perbene che io stimo, ma credo che stavolta stia prendendo una strada lastricata di demagogia e con una voglia matta di strumentalizzare un episodio strettamente privato”.
“Nonostante l’opinione pubblica ogni giorno sempre di più si mostra favorevole se non compiacente di avvenimenti di questo tipo, sentiamo la necessità di far risultare che ancora esiste una maggioranza che tante volte rinuncia ad esprimersi pubblicamente, ma che è fermamente contraria a qualsiasi cosa si contrapponga al matrimonio tradizionale (tra un uomo e una donna)”, questa la dichiarazione di Sandro Oliveri presidente di “Cristiani Per la Nazione” già deputato nazionale e vice presidente del consiglio comunale di Palermo ed oggi ministro di culto della Chiesa Apostolica, che aggiunge: “La tendenza odierna, di non replicare a notizie come quella di Carini, nasce dal rischio di essere considerati omofobi per il solo fatto di esprimere la propria posizione di contrarietà, contrarietà che, è bene precisare, non vuole minimamente offendere la loro dignità di esseri umani e neppure denigrare la loro condizione di omosessualità, ma soltanto sancire principi ai quali non si intende rinunciare come ad esempio che l’istituzionalizzazione di un rapporto “matrimoniale” può risiedere solo tra persone di sesso diverso (uomo – donna). Gli affetti, i diritti e il resto possono trovare (e già lo trovano) soddisfazione in altri istituti giuridici che non sono il matrimonio, né il registro delle unioni civili o quant’altro voglia surrogare il matrimonio”.
Ma c’è anche chi, invece, Pino e Salvo li appoggia. Le famiglie di entrambi, per esempio,e gli amici e tanti altri che hanno commentato l’evento su LiveSicilia.it con spirito di benevola condivisione.