Non denunciano il “pizzo” solo i commercianti e i grandi dell’industria, ora a rompere l’omertà sono anche gli attori. Celebrità e soldi? Per la malavita, quella di periferia di questa storia ambientata negli ambienti di campagna di Catania, si paga tutto, anche il successo.
E’ stato, infatti, proprio un giovane emergente della filmografia italiana, di recente protagonista di una pellicola italiana con al fianco Nino D’Angelo, a denunciare, due giorni fa, ai carabinieri di avere ricevuto una richiesta estorsiva da alcune persone di Belpasso, comune a venti chilometri da Catania. Immediatamente sono scattate le indagini del nucleo operativo della compagnia di Paternò, comune limitrofo, che hanno portato all’arresto -in flagranza per estorsione aggravata- di cinque giovani: si tratta del bracciante agricolo Salvatore Sambataro, pregiudicato di 24 anni, di Antonino Buscami, 19 anni, anche lui bracciante agricolo, di Giovanni Luigi Sanfilippo, di 20 anni e di Giacomo Vitale, di 19 anni, entrambi muratori e di C.D.O, operaio di 17 anni. Il minore è stato condotto in un centro di prima accoglienza, gli altri sono stati rinchiusi nel carcere catanese di piazza Lanza.
Secondo la denuncia, il giovane attore – di cui non è stato reso noto il nome – nel corso della mattinata del 28 agosto, si sarebbe recato all’interno di un maneggio per discutere dell’ingaggio per uno spettacolo con persone a lui note e con i quali in passato aveva avuto un rapporto di amicizia.
Sul luogo, invece, il giovane sarebbe stato percosso, anche con l’uso di una zocca, un frustino utilizzato nell’ambiente ippico e avrebbe ricevuto la richiesta di “pizzo”, in base alla quale, anche alla luce dei suoi ultimi successi artistici, avrebbe dovuto pagare immediatamente 500 euro, per garantirsi la protezione del gruppo facente capo a Salvatore Sambataro, un noto pregiudicato di Belpasso. Di qui la denuncia alle forze dell’ordine.
Nel luogo dell’appuntamento per la consegna del denaro, un distributore di benzina di Belpasso, insieme alla vittima si sono presentati così anche i carabinieri, che dopo la consegna sono tempestivamente intervenuti, bloccando i cinque.
I soldi del “pizzo” sono stati recuperati e consegnati dalla vittima; nel corso delle perquisizioni sono state rinvenute delle spranghe di ferro che la banda aveva portato all’appuntamento, nascoste all’interno di un’auto.