Pizzo sulle truffe degli spaccaossa | Scontro fra Inzerillo e Gambino - Live Sicilia

Pizzo sulle truffe degli spaccaossa | Scontro fra Inzerillo e Gambino

Tommaso Inzerillo

Si indaga su una tentata estorsione e si apre un nuovo filone investigativo

PALERMO – Una richiesta di pizzo sui guadagni delle truffe alle assicurazioni generò lo scontro fra due boss. Intercettando le parole di un uomo i pubblici ministeri e i poliziotti della squadra mobile di Palermo hanno raccolto conferme investigative sulle dinamiche di Cosa Nostra a Passo di Rigano e Borgo Nuovo e hanno aperto un nuovo filone investigativo sulla banda degli spaccaossa.

Qualcuno era andato da Gaetano Vitale a chiedere dei soldi per i carcerati con la scusa che servissero per organizzare la festa di quartiere. L’uomo, avendo le idee chiare, l’anno scorso si era rivolto a chi comandava a Passo di Rigano: … “io me ne sono andato dallo zio Masino Inzerillo… ora, me ne vado dallo zio Masino Inzerillo, cristiano di sessant’anni di cui trenta se li è fatti di galera in America. Penso di essere andato da una persona seria… questo cristiano, Inzerillo stiamo parlando, Passo di Rigano, e Baida con i Bosco, e Boccadifalco e Perpignano, è tutta la sua”.

La vittima della richiesta era sicuro che la sua “attività” ricadesse sotto il controllo degli Inzerillo: “… qua è Passo di Rigano, io in linea d’aria faccio parte di Passo di Rigano, se io devo dare qualcosa ai carcerati perché sono in gamba e mi giro e faccio soldi e glieli dovrei dare di conseguenza a loro, non a quelli del Michelangelo che chiamano a me a Uditore, che a me non mi devono chiamare”.

Ed ecco il motivo per cui si era rivolto a Inzerillo: “Quando tu ti avvicini all’orecchio e mi dici: ‘compa’, l’offerta è di duemila euro’… Fili’… non è più un’offerta”. L’uomo, la cui posizione è ora la vaglio degli inquirenti, si sorprendeva della richiesta visto che con la gente di viale Michelangelo non aveva alcun rapporto. E per dare forza al suo discorso introduceva il nuovo spunto investigativo: “… perché una pratica a Borgo Nuovo non ce l’ho, di questi rotti, che si fanno rompere a colpi di legno non ce l’ho, vero, non ne ho”. Farebbe, dunque, parte della banda degli spaccaossa che fanno soldi spezzando gambe e braccia a persone conniventi per truffare le assicurazioni?

Da Inzerillo l’uomo avrebbe ricevuto le direttive: “… ci vai a nome mio, perché ti vogliamo bene… ci vai a nome mio e gli dici: lo zio Masino mi ha detto di farvi un’offerta, perché quello che posso dalla tasca”. Così aveva fatto, ma la risposta era stata negativa: “.. e lui mi fa: ‘ah, te ne sei andato a ribattere? Mi hai detto a me, tutto a posto… non funziona così… ci dici allo zio Masino che se ne va dove se ne deve andare che questa è la mia zona e quella è la sua zona e i soldi si devono portare quelli che dico io, perché lui qua non ha titolo a dire niente”.

La risposta svelerebbe l’identità di colui che sfidava Inzerillo, Rosario Gambino, arrestato nello stesso blitz degli Inzerillo e che ha già scontato 25 anni di carcere per droga in America: “Sari’, io gli devo andare a riferire questo? Dico, sicuro?”. “Che ti ha detto? Ti ha detto così? Fai una cosa, non gli dai neanche più un euro non gli dai – avrebbe risposto Masino Inzerillo -. Ora gli facciamo sapere a lui che tu un euro non lo esci più, se ti manca un capello o ti succede un minimo di danno, sono responsabili… non ti succede e ti succede tra un anno, tra uno due anni, sono responsabili loro, per quello che noi sappiamo di te”.

Non è tutto visto che l’uomo avrebbe cercato protezione altrove, dimostrando di conoscere molto bene le dinamiche mafiose: “… me ne sono sceso a Palermo… me ne sono sceso al Corso Calatafimi, sono andato a parlare con Salvino, me ne scendevo alla Noce, sono andato a parlare con Totò Alfano”. Dunque si sarebbe rivolto a Salvatore Salvino Sorrentino, mafioso di Pagliarelli e arrestato nei mesi scorsi, e a Salvatore Alfano, boss della Noce che ha finito di scontare da tempo la sua pena. “Gli ho detto: ‘Totò… io sono stato sempre rispettoso? Ho fatto mai cose male?’ dice: ‘no… sei andato dallo lo zio Masino? E già te ne sei andato in un punto alto, se succede qualcosa puoi venire qua…”.

L’uomo doveva stare attento non solo a Sarino Gambino ma pure a Baldassare Migliore che “per adesso è il capo del mandamento di Borgo Nuovo”. Il 14 giugno 2018 della faccenda si discusse in via Mogadiscio, a casa di Inzerillo. “Non abbiamo niente addosso, vero?”, diceva Inzerillo temendo le intercettazioni tramite telefonino che sono puntualmente state eseguite. “E lui chi minchia è, ma perché non glielo dicevi?”, così Vitale averebbe dovuto rispondere alla richiesta di denaro. Ed ancora: “Non è un problema dei seicento dei mille dei duemila o diecimila, non si tratta qua dei mille o diecimila, qua si tratta che ora sono un poco avanti e se la…mi spiego?”. Inzerillo voleva essere certo che Vitale stesse dicendo la verità: “…. a Passo di Rigano e a Borgo Nuovo tu ne hai fatto?”;”Né al Borgo Nuovo, né al Michelangelo”. Inzerillo non era convintissimo (“secondo me ha fatto pure con Borgonuovo, facciamo malafigura”), ma in ballo c’era il suo prestigio criminale.  

A rivelare l’esito della vicenda, conclusasi in favore di Vitale, sono le parole di Inzerillo intercettate il 4 luglio: “Giusè, per quello che gli abbiamo fatto ci dovrebbe baciare i piedi quando ce li abbiamo sporchi, dopo che ci togliamo la calza”.


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