Policlinico, "troppi rischi"| Chiusa l'Oncologia medica - Live Sicilia

Policlinico, “troppi rischi”| Chiusa l’Oncologia medica

Il Ministro della Salute Renato Balduzzi e l'assessore alla Sanità della Regione Siciliana, Massimo Russo, hanno disposto la sospensione temporanea delle attività dell'Unità Operativa Complessa di Oncologia Medica del Policlinico "Giaccone" di Palermo. La decisione dovuta alla morte di una paziente per un errore nella chemioterapia. L'atto d'accusa del ministero: "Per gli elevati e permanenti livelli di rischio per pazienti e operatori e per la mancanza delle garanzie circa le necessarie condizioni di qualità e di sicurezza''.

Palermo. La decisione di Russo e Balduzzi
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Il ministro della Salute Renato Balduzzi e l’assessore alla Sanità della Regione Siciliana, Massimo Russo, hanno disposto la sospensione temporanea delle attività dell’Unità Operativa Complessa di Oncologia Medica del Policlinico “Giaccone” di Palermo. La decisione è stata assunta in seguito ai risultati dell’ispezione congiunta del Ministero della Salute e della Regione Siciliana effettuata nel reparto in seguito al decesso, nel dicembre scorso, di una paziente per un errore nella chemioterapia.

La sospensione si è resa necessaria, spiega una nota del ministero della salute, ”per gli elevati e permanenti livelli di rischio per pazienti e operatori e per la mancanza delle garanzie circa le necessarie condizioni di qualità e di sicurezza”. Il blocco temporaneo delle attività permetterà all’ospedale di adeguare rapidamente l’unità operativa agli standard di sicurezza, riducendo nel contempo al minimo il disagio dei pazienti.

La Commissione multidisciplinare ispettiva ha rilevato, infatti, ”un numero significativo di criticità: la carenza di formalizzazione su chi è autorizzato a prescrivere, preparare e somministrare i farmaci; prescrizioni effettuate prima di vedere i pazienti e senza rivalutazione; controllo insufficiente delle giacenze dei farmaci chemioterapici e della tenuta dei frigoriferi; preparazione affidata, a rotazione, al personale infermieristico, talvolta precario; mancato coinvolgimento della farmacia; preparazione dei farmaci in contesto strutturalmente ed organizzativamente inadeguato; uso di sacche per l’infusione dei farmaci chemioterapici senza etichetta completa; mancanza di schede analitiche individuali per le terapie; assenza di un programma di formazione per il personale che prescrive, prepara e somministra chemioterapici; assenza di procedure per la comunicazione ai pazienti e familiari; inosservanza delle regole rispetto al ruolo degli specializzandi”.


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