Lo slalom continua. Da inizio legislatura, governo e Ars svicolano tra scadenze elettorale e passaggi obbligati. Restando in un sostanziale pantano, complici le note divisioni in una maggioranza risicatissima. Al momento a Palazzo dei Normanni è tutto fermo, fino al 12 giugno, aspettando le amministrative. Uno stallo che segue a quello di fine inverno, quando tutto si bloccò per le elezioni politiche del 4 marzo. In mezzo c’è stata la sofferta sessione di bilancio, che non si è ancora chiusa visto che tra un rinvio e uno stralcio il Parlamento è ancora alle prese con il collegato. Ma non è solo l’Ars a segnare il passo. Anche l’attività amministrativa del governo ha subito dei rallentamenti dovuti al voto. Basti pensare alle nomine dello spoils system, per le quali in alcuni casi la giunta ha optato per soluzioni “provvisorie” con nomi vicinissimi agli assessori, in attesa di passar a soluzioni definitive dopo le urne. Soluzioni definitive che ancora si attendono.
Il problema è che all’orizzonte gli ostacoli non mancano. Una volta chiusa la tornata delle amministrative, che riguarda tra gli altri cinque comuni capoluoghi, governo e Assemblea potranno tentare di riavviare la macchina. Ma saremo già alle porte dell’estate. Ci sarà un mesetto e mezzo prima di ritrovarsi in agosto, quando la politica spesso si ferma come tutto il resto. E saremo poi all’autunno, quando alle porte dovrebbero esserci altre elezioni, quelle per le vecchie Province, commissariate da anni e pronte a tornare a un sistema di governo democratico. Corte costituzionale permettendo, ovviamente: la decisione della Consulta che si riunirà per esaminare la legittimità dell’impugnativa del Consiglio dei ministri sulla legge regionale che prevede il voto diretto per i Liberi Consorzi e per le Città metropolitane, si aspetta per luglio.
E arriveremo a fine anno e ci sarà un’altra sessione di bilancio alle porte e un altro passaggio obbligato. Per poi scollinare finalmente al 2019 quando a maggio si voterà per le Europee. Nello stesso anno si voterà a Caltanissetta, l’anno dopo ad Agrigento e via discorrendo. Insomma, lo slalom tra le urne non si esaurirà certo questa settimana. Ma per non restare impantanati, un colpo di reni sarà necessario, elezioni o non elezioni. Musumeci spera di raccogliere adesioni al suo appello alla collaborazione rivolto alle forze politiche. E nel centrodestra ci si augura che la nuova cifra “governativa” dei grillini possa spingerli a un’opposizione meno barricadera, che agevoli il percorso delle leggi a Sala d’Ercole. Potrebbe servire anche questo per affrancarsi dalla condanna di un’Ars che da un pezzo – si cominciò già nella scorsa legislatura – riesce a votare solo finanziarie.