CATANIA – Nella giornata di ieri, nell’ambito dei servizi di controllo del territorio disposti dal Questore Marcello Cardona, personale del Commissariato Borgo Ognina ha controllato diversi esercizi commerciali. In particolare è stata controllata l’attività di ristorazione del locale denominato “Corte dei Medici”, ubicato in via Umberto. Nel predetto locale, che si presentava in buone condizioni igienico-sanitarie e con gli alimenti ben tenuti, all’interno di un congelatore a pozzetto sono stati trovati diversi alimenti surgelati e poiché alcuni di essi sul menù del locale non erano indicati come tali, è scattata la denuncia per frode in commercio.
Gli alimenti in argomento sono stati sequestrati penalmente, in quanto posti in vendita come freschi mentre in realtà congelati all’origine. Nel medesimo pozzetto, sono state, inoltre, rinvenute alcune “basi pizza” prive di documento di accompagnamento e pertanto senza tracciabilità. Si evidenzia che in detto locale la preparazione del cibo privo di glutine non può essere assicurata poiché la procedura non è contemplata nel manuale HACPP e pertanto al titolare è stato contestato l’art. 444 del codice penale poiché gli alimenti contaminati da glutine creano gravissimo nocumento ai celiaci.
Poiché gli alimenti senza glutine trovati all’interno del citato “pozzetto” erano stati acquistati presso il panificio denominato “Panaglù”, ubicato in questa via Umberto, i poliziotti hanno esteso il controllo al predetto esercizio commerciale. In detto panificio, ove si producono prodotti senza glutine, sono state accertate scarse condizioni igienico sanitarie e, pertanto, al titolare verrà irrogata la sanzione amministrativa di euro 1.500 prevista dalla legge 193/2007.
I controlli, attesa la specificità della materia, sono stati condotti con l’ausilio del personale Asp Veterinari di Catania. In ultimo, unitamente ai Vigili Urbani dell’Annona, il personale del Commissariato Borgo-Ognina si è recato in Piazza del Tricolore dove ha proceduto al sequestro di 5 tavoli e 24 sedie in plastica di pertinenza dell’attività denominata “Za’ Rosa” che occupava senza titolo 32 metri quadri di suolo pubblico.