CATANIA – Storie di ordinaria difficoltà: la denuncia dei sindacati di polizia penitenziaria. La chiusura dei tribunali periferici ha causato un aumento significativo del numero di detenuti tradotti ogni giorno presso la sezione distaccata del Tribunale di Catania in Via Crispi. Una situazione difficile da sostenere per la polizia penitenziaria della provincia che soffre di una carenza di organico e mezzi. A questo stato di cose si somma un’altra condizione “di disagio” legata al luogo angusto che gli agenti sono costretti ad abitare per assicurare la traduzione dei detenuti nella sezione distaccata di Via Crispi. Il luogo di transito, che ogni giorno vede susseguirsi detenuti e agenti è un parcheggio sito in Via Conte Ruggero. Tra i fumi dello smog prodotti dalle auto dei dipendenti del Tribunale, ogni giorno varie pattuglie di agenti trascorrono dalle otto alle dieci ore. In fondo al parcheggio si trova una saletta, grande circa cinque metri per due, che dovrebbe accogliere detenuti, ma che spesso risulta non essere abbastanza capiente. In altri casi, la coabitazione dello stesso spazio da parte di determinati detenuti è impraticabile per ragioni di sicurezza. In questi casi agenti e detenuti, che condividono gli stessi servizi igienici (“una latrina”, raccontano alcuni poliziotti), si accomodano fuori dalla stanzetta nel bel mezzo del parcheggio interrato dove “manca l’aria”.
I sindacati di polizia hanno più volte fatto presente questa situazione di disagio aggravata da “condizioni igienico-sanitarie” eufemisticamente definite “non consone a un Palazzo di Giustizia”. “Per quanto è dato sapere sembrerebbe che siano state ritrovate addirittura delle zecche”, dice Domenico Nicotra, segretario generale aggiunto dell’Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria. Eppure un progetto finalizzato ad ampliare i locali in questione e a dotarli di una “stanza in più, un altro bagno e una sala d’attesa climatizzata” c’è, ma giace nei cassetti del Comune. “I nostri appelli al sindaco Bianco sono caduti nel vuoto”, dice Nicotra. Il preventivo per la realizzazione dell’ampliamento dei locali è stimato intorno ai cento mila euro. Una spesa che Nicotra considera “non troppo onerosa”.
C’è, inoltre, un problema legato alla sicurezza. Tenuto conto del fatto che le auto che hanno accesso al parcheggio “non sono macchine di servizio” dunque “non sono controllate”. Per questo Nicotra propone un ripensamento complessivo della gestione della struttura che “andrebbe data in gestione alla polizia penitenziaria e utilizzata al massimo per i mezzi di servizio del Tribunale”. Esistono poi tutta una serie di criticità di competenza del Ministero che hanno ricadute di non poco conto sulla qualità del lavoro degli agenti. In primis la mancanza di mezzi di trasporto. “Disponiamo di un autoparco di sessanta mezzi,- racconta il sindacalista- quelli disponibili sono appena una decina con tre sole autovetture”. Le unità di personale non sono da meno. A Piazza Lanza ne servirebbero novanta in più. A Bicocca a fronte di una necessità stimata intorno alle duecentosessanta unità ci sono appena cento agenti.
Dati che regalano alla struttura un primato negativo: “E’ il carcere siciliano in cui si riscontra la maggiore carenza di personale”. Se Catania piange, la Sicilia non ride. “Alla carenza di risorse umane- continua Nicotra – si deve aggiungere che in Sicilia i mezzi adibiti alle traduzioni sono ormai usurati e vecchi, alcuni di essi hanno percorso oltre 500.000 Km, e nessun assegnazione è stata effettuata dagli organi centrali del D.A.P”. Alla lunga lista delle criticità si aggiunge il problema delle trasferte (comprese quelle fuori dal confine isolano). Spesso, infatti, sono gli agenti ad anticipare di tasca propria il denaro necessario agli spostamenti. L’ultima liquidazione per le trasferte risale al dicembre del 2013. Le istanze del personale di polizia, in stato di agitazione da un paio di settimane, sono arrivate direttamente al neo Ministro della Giustizia, Andrea Orlando. Come nel caso della soppressione dei tribunali periferici sono i tagli alla spesa pubblica a dettare le regole del gioco. Nicotra ha apprezzato la schiettezza delle risposte ricevute da Orlando.
Il Ministro non ha fatto mistero del fatto che molto dipenderà dallo stato di salute delle casse della finanza pubblica. Non ci sarà “nessun ripensamento complessivo del sistema”, ma singoli provvedimenti volti a sanare le crepe. E’ lo stesso Nicotra a suggerire al Ministro un modello “eccellente” da tenere in considerazione: Giovanni Salvi. Il Procuratore Capo di Catania, infatti, è “riuscito a risolvere il problema del sovraffollamento della Casa Circondariale di Catania di Piazza Lanza”.